I laureati italiani guadagnano meno

Milano – La laurea in Italia paga meno che negli altri Paesi. A un anno dalla fine degli studi un laureato magistrale in media riesce a mettersi in tasca poco meno di 1.400 euro al mese netti, mentre chi ha fatto le valigie guadagna almeno il 50 per cento in più (2.170 euro). Lo dice l’ultimo «Rapporto Almalaurea sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati in Italia» presentato ieri e pubblicato dal Corriere Della Sera. Gli stipendi dei laureati sono sempre meno competitivi nel confronto internazionale: pur essendo aumentati in termini assoluti, infatti, negli ultimi due anni non hanno tenuto il passo con l’inflazione, sicché in termini reali hanno subito una netta contrazione, come è avvenuto anche per la maggior parte delle altre retribuzioni. In questo contesto i giovani stanno maturando un nuovo approccio al mercato del lavoro, più selettivo e forse anche meno arrendevole. Alla domanda «Saresti disposto ad accettare un lavoro da 1.250 euro al mese al massimo?» — che è poi quello che guadagna in media un metalmeccanico —, quasi il 60 per cento dei neolaureati triennali e il 66 per cento di quelli con una laurea magistrale ha risposto: no. L’anno scorso erano molti meno. […] Il Rapporto sottolinea anche un altro dato significativo, e preoccupante: il fatto che la laurea da noi continui a essere un titolo che si trasmette di padre in figlio. La composizione socioeconomica e culturale dei laureati non rispecchia per nulla quella del Paese. Un laureato su tre è figlio di laureati (mentre solo il 20 per cento della popolazione adulta ha fatto l’università). […] Quanto alla regolarità degli studi, il Covid si è fatto sentire: per la prima volta da 12 anni sono aumentati i fuoricorso, nonostante nel 2023 fosse stata accordata una proroga dell’anno scolastico per le tesi. Due studenti su tre hanno comunque concluso il percorso in tempo. L’età media della laurea triennale è 24,5 anni, mentre per i magistrali e le lauree a ciclo unico è 27,1.