Cgil, viaggio della Memoria 2024: dal 22 al 25 marzo

Cgil, viaggio della Memoria 2024: dal 22 al 25 marzo

Milano – Un viaggio importante, che quest’anno ricorda la ricorrenza degli ottant’anni dalla storica ondata di scioperi del marzo 1944, e delle successive deportazioni. Il 9 marzo 1944, il New York Times osservava: “in fatto di dimostrazioni di massa non è avvenuto niente nell’Europa occupata che si possa paragonare con la rivolta degli operai italiani”. Lo sciopero, di cui parla il New York Times, mobilitò dal 1° al 8 marzo soprattutto il triangolo industriale del Nord ovest: la repressione nazifascista, gli arresti e le deportazioni furono inesorabili. Dalla sola Lombardia i deportati furono diverse centinaia e la destinazione per i più fu Mauthausen. A partire dagli scioperi del marzo del 1944, l’universo concentrazionario pone in modo esplicito il tema del lavoro che, come diceva Primo Levi, è essenziale per imparare a considerare i Lager come impianti piloti del futuro pensato dal nazifascismo per l’Europa. Il Comitato In treno per la memoria di Cgil Cisl Uil Lombardia e la Rete degli Istituti lombardi per la storia dell’età contemporanea hanno organizzato nei giorni dal 22 al 25 marzo 2024 un viaggio a Mauthausen, Gusen e Hartheim. Partiranno da Como, Lecco/Sondrio, Lodi, Mantova, Milano, Monza, Pavia, Varese, 8 bus che trasporteranno 423 persone di cui 315 studentesse e studenti di 21 istituti scolastici lombardi. Nelle scuole coinvolte, studentesse e studenti insieme ai loro docenti e alle storiche e storici degli istituti territoriali hanno lavorato per ricostruire la biografia di alcuni/e deportati/e e per ragionare intorno al ruolo delle diverse memorie che hanno condotto nel dopoguerra ad erigere i memoriali della deportazione. Il viaggio nel suo complesso diventa l’occasione per affrontare la deportazione dentro la storia del nazifascismo, capendone le ragioni storiche, politiche ed economiche e le implicazioni culturali e sociali. Se l’obiettivo generale è provare a confrontarsi con le tracce materiali lasciate dal passato, per imparare a non semplificare la storia e a coglierne la complessità, senza cedere a facili revisionismi, la proposta é diventare eredi delle storie di alcuni uomini e alcune donne che pagarono la loro partecipazione allo sciopero. Si tratta di una modalità particolare di affrontare i Lager, per non pensarli come luoghi carichi solo degli orrori vissuti dalle vittime, ma come luoghi ricchi di vita, carica di sogni che guardavano a quel futuro che è diventato il nostro presente.