Valorizzare le competenze dei cittadini con background migratorio e strutturare percorsi ad hoc per un mercato del lavoro più inclusivo

Fondazione Soleterre

Valorizzare le competenze dei cittadini con background migratorio e strutturare percorsi ad hoc per un mercato del lavoro più inclusivo: oggi, l’incontro “un’impresa inclusiva per progettare il futuro” di fondazione Soleterre per promuovere buone pratiche di collaborazione profit-non profit

Bertolè (Assessore Welfare Milano): “Importante per noi lavorare sul territorio per incrociare progetti, iniziative e buone pratiche di accompagnamento al lavoro con i diretti beneficiari”

Milano, 4 marzo 2024 – “Ero in quarta superiore ed ero appena tornato dalle Filippine, il paese dei miei in cui avevo vissuto parte dell’infanzia e dell’adolescenza. Partivamo e ci restavamo anche dieci mesi di fila, alternando la frequenza a scuola tra Milano e le Filippine. Non era per niente facile riprendere il ritmo scolastico una volta tornato in Italia. Ma la cosa più difficile era dover affrontare la cattiveria dei miei compagni di classe. A quasi diciotto anni, mollai. Nei mesi a venire, solo qualche timido tentativo di tornare a studiare. Tutti miseramente falliti. A complicare il tutto fu la comunicazione arrivata dalla Questura. Per loro, anche se sono nato e cresciuto in Italia, non sono cittadino italiano a causa dei miei frequenti spostamenti verso le Filippine. Al tempo, quindi, uscivo di casa solo per fare lavoretti informali, anche perché, coi documenti non in regola, non potevo fare altro. Ho dato lezioni private di lingua e lavorato in un circolo sportivo. La normalità, o forse anche qualcosa di più, è arrivata solo dopo l’incontro con lo staff di Work Is Progress. In quel momento ho creduto di potercela fare” – afferma Sandro, oggi 28enne, dipendente di una ditta di allestimento fieristico.

Questa è solo una delle tante testimonianze di beneficiari del programma Work is Progress di Fondazione Soleterre che oggi, all’Acquario Civico di Milano, si sono alternate durante l’incontro “Un’impresa inclusiva per progettare il futuro”, patrocinato dal comune di Milano, nato con l’obiettivo di sottolineare il valore del lavoro come motore di sviluppo per l’economia, la società e il singolo con un focus sul tema dell’inclusione lavorativa dei cittadini con background migratorio, per i quali è necessario strutturare percorsi ad hoc di avvicinamento alle aziende e di valutazione e valorizzazione delle loro competenze professionali, con il fine ultimo di renderli autonomi, indipendenti e consapevoli del mercato del lavoro che li attende. Ad aprire i lavori, l’assessore al Welfare del comune di Milano Lamberto Bertolè, il quale ha evidenziato “Siamo un Paese che non ha ancora fatto i conti con il fatto di essere un Paese di immigrazione, continuando a trattarla come un fenomeno emergenziale. E chi si occupa di integrazione e inserimento lavorativo, si trova a fare i conti con gli effetti di questo approccio. Ad oggi, pressoché l’unico canale di ingresso utilizzato per l’Italia è la protezione umanitaria, strumento che dovrebbe essere utilizzato solo per casistiche specifiche, rendendo così farraginoso il sistema di vaglio e analisi delle richieste e aumentando la percentuale di dinieghi, proprio perché manca un canale legale di ingressi per il lavoro o per la ricerca di lavoro. Programmi come Work Is Progress e il lavoro di imprese e stakeholder impegnati in progetti di inserimento e inclusione lavorativa di questa categoria di cittadini sono importanti anche perché mettono il luce il contesto in cui si svolgono. È importante per noi lavorare sul territorio per incrociare progetti, iniziative e buone pratiche di accompagnamento al lavoro con i diretti beneficiari”. Rifugiati e richiedenti asilo rappresentano un gruppo particolarmente vulnerabile sul mercato del lavoro, tanto che si parla di si parla di refugee gap, cioè una marcata differenza tra il tasso di occupazione di questo gruppo ed il tasso di occupazione dei cittadini migranti presenti in Italia con altro titolo di soggiorno, che si aggira poco sotto i 10 punti percentuali e cresce in maniera importante se si considerano i soli richiedenti asilo. Questo accade per alcuni fattori peculiari: in primo luogo chi fugge dal proprio paese spesso lo fa in fretta, in maniera non programmata, ed arriva in Italia senza avere qui una rete familiare e nazionale di supporto che rappresenta un primo punto di accesso al mercato del lavoro. In secondo luogo, lo status giuridico di rifugiati e soprattutto richiedenti asilo determina una forte incertezza. In ultimo, quando si parla di richiedenti asilo e rifugiati stiamo parlando di persone fuggite dal proprio paese perché rischiano la vita, e che spesso hanno subito torture e violenza in patria o durante il viaggio; traumi che hanno un impatto significativo sulla salute mentale e fisica delle persone, e segnano in maniera molto pesante il percorso di vita anche professionale che intraprendono nel nuovo paese.
Con il programma Work Is Progress, Soleterre solo in Italia (Milano e Lombardia) è riuscita a intercettare 785 persone, di cui 385 beneficiari di informazione e primo orientamento; 64 inserimenti lavorativi, tra stage e tirocini; ha reso possibili 361 colloqui per la ricerca di lavoro con l’attivazione di 38 partnership aziendali sul territorio. Il programma è infatti attivo in Italia, Costa D’Avorio, El Salvador e Marocco. Ed è proprio qui che il programma Work Is Progress ha avuto ancora più presa grazie al progetto europeo Mentor2, coordinato dal Comune di Milano, in partnership con diversi enti di Piemonte e Lombardia, per migliorare e rendere più sostenibile il modello di mobilità e migrazione circolare dei giovani tra Italia, Marocco e Tunisia per motivi di studio e di lavoro. Come Manare, una ragazza marocchina di Tangeri di 24 anni con un Master in Commercio Internazionale e una formazione specifica in social media marketing che è venuta a conoscenza di questa opportunità grazie al lavoro svolto dallo staff di Soleterre in Marocco, dove la Fondazione co-gestisce un HUB per l’inserimento lavorativo di giovani (sia marocchini che provenienti da altri paesi dell’Africa e/o dal Medio Oriente). Grazie ad un percorso formativo linguistico (Lingua italiana A1 e corso di soft skills culturali) Manare è arrivata in Italia dopo essere stata selezionata dall’agenzia creativa YAM112003 attraverso un colloquio a distanza, come spiega la Dott.sa Agnese Pomo, HR Specialist di YAM112003. Soleterre l’ha supportata in Italia per l’ottenimento dei documenti (permesso di soggiorno – che ha un costo di 100 euro a carico del progetto – e codice fiscale), mentre il progetto le ha garantito anche un pocket money per il vitto e l’abbonamento dei mezzi pubblici.
“I nostri utenti sono spesso persone fragili, che hanno difficoltà a trovare impiego per molteplici fattori: carenza di competenze digitali, problemi di salute, emergenze abitative, situazioni di indebitamento, background migratorio, con conseguente scarso dominio della lingua e problematiche legali. Questa fragilità è dovuta a situazioni che possono accadere a ciascuno di noi” – spiega Valentina Valfrè, Responsabile programma internazionale Work IS Progress – Inclusione sociale e lavorativa “Questo non significa che non siano in grado di lavorare, ma per trovare un’occupazione stabile occorre lavorare insieme a loro per raggiungere un grado minimo di occupabilità, che gli permetta di proporsi sul mercato del lavoro con qualche chance di successo. Lo staff di Work Is Progress li segue con percorsi di accompagnamento strutturati e personalizzati e contestualmente cerca di attivare partnership strategiche con le aziende, basate sulla co-progettazione dei percorsi formativi e su un accompagnamento costante anche dopo l’avvenuto inserimento lavorativo, in modo da prevenire il rischio di esclusione dal mercato del lavoro degli utenti più vulnerabili e garantire all’impresa la buona riuscita del suo investimento sulla persona fragile nel medio-lungo periodo”.