Allarme aggressioni per gli autisti della linea olimpica

Allarme aggressioni per gli autisti della linea olimpica

Sondrio – «L’ultimo episodio – spiega al Corriere Della Sera – è solo di pochi giorni fa. Cinque ragazzi cercano di salire senza biglietto, spiego loro che non è possibile. Il più giovane improvvisamente si scaglia contro un passeggero e gli dà una testata facendolo sanguinare. Riesco a bloccarlo e a farlo scendere. Interviene la polizia, lui si getta sotto l’autobus per non farlo partire, poi si alza e si denuda davanti agli agenti. Sono arrivato a destinazione con un’ora di ritardo, ho finito il turno terrorizzato e stremato. In queste condizioni non è più possibile lavorare». Mattia, autista di pullman da tre anni lavora sui bus che sostituiscono i treni lungo la linea Lecco-Sondrio: sono le corse istituite durante i cantieri per il potenziamento della tratta in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, ma anche quelle di emergenza in caso di blocco ferroviario. Inoltre, da un paio d’anni, i trasporti su rotaia si fermano a Lecco dopo le 22 e per raggiungere la Valtellina c’è un pullman in partenza dal piazzale della stazione alle 22.06. Si tratta di una corsa che viene considerata da chi offre il servizio ad alto rischio, proprio come dimostra l’ennesimo caso di violenza raccontato da Mattia. «La situazione non è più gestibile — spiega Claudio Porta, autista della Società trasporti pubblici di Sondrio e delegato provinciale della Federazione lavoratori dei trasporti Fit Cisl —. Ormai quotidianamente ricevo segnalazioni dai colleghi. L’altro giorno tre giovani pretendevano di scendere ad Ardenno nonostante la fermata non fosse prevista. Non c’è stato verso di far cambiare loro idea: hanno preso a calci e pugni la porta per costringermi ad aprirla. Altri ancora avevano un blocco batteria della bicicletta in mano e hanno iniziato a batterlo sul volante perché mi fermassi. Mi hanno accerchiato, mi hanno minacciato, sempre mentre guidavo. Viviamo gli stessi problemi che i controllori dei treni denunciano da sempre, ma noi siamo soli e indifesi». (…)