Milano – “L’ennesimo infortunio mortale, l’ennesimo infortunio evitabile”. Così la Camera del Lavoro di Milano alla notizia della morte di Mohamed Ali Fathi Abdelghani, l’operaio 28enne morto in cantiere in via Parravicini. “L’ennesima vita spezzata da commemorare – prosegue la Cgil -. Noi siamo stanchi di commemorare uno ad uno i morti sul lavoro quando le morti andrebbero prevenute collettivamente”. “Non basta crescere – prosegue la nota della Cgil – non basta aumentare la ricchezza dell’area metropolitana grazie all’apertura di nuovi cantieri e al boom turistico, Milano cresce quando non lascia indietro nessuno, quando protegge le sue lavoratrici e i suoi lavoratori. Cresce quando si garantiscono misure di sicurezza adeguate e contratti regolari”. “C’è bisogno di un’assunzione di responsabilità collettiva di tutti gli attori sociali, economici e dei servizi. Applicare e rendere esigibile il protocollo prefettizio su costruzioni e infrastrutture in tutti i suoi aspetti è un passo ineludibile e necessario. Qualificare prevenzione e controlli, riconoscere e valorizzare la rappresentanza, formare e informare meglio chi lavora su rischi e sicurezza, investire in innovazione e manutenzione dei macchinari sono fattori determinanti”. “Dobbiamo alzare il livello di guardia ancora di più, dal momento che abbiamo di fronte le opere delle Olimpiadi 2026. Garantire la sicurezza, la formazione e la legalità significa dimostrare che la città è all’altezza del ruolo che ricoprirà”.