Oltre la metropoli: i milanesi sognano l’Oltrepò

 

Milano – Il 15% dei milanesi sarebbe pronto a trasferirsi in aree rurali a sud della metropoli. Nello specifico in Lomellina, Oltrepò Pavese, Oltrepò Mantovano e Oglio Po, territori in grado di dare risposte a una nuova domanda di qualità della vita che arriva dalla città. È il frutto, in sintesi, dell’appuntamento organizzato oggi in Regione sotto il titolo ‘Oltre Milano, nuova qualità della vita’, durante il quale è stata illustrata uno studio realizzato da ‘The European House Ambrosetti’. L’indagine, presentata alla presenza degli assessori Alessandro Beduschi (Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste) e Barbara Mazzali (Turismo, Marketing Territoriale e Moda), ha esplorato tra un campione di cittadini milanesi e ‘non milanesi’ l’ipotesi di stabilirsi nelle aree rurali e provinciali comprese nei tre GAL (Gruppo Azione Locale). “In questi territori, caratterizzati dal settore primario – ha sottolineato l’assessore Alessandro Beduschi – la riscoperta di una diversa occasione di vita non lontana dalla metropoli consente di avere un’opzione di fare scelte differenti in una realtà che fa delle eccellenze agricole una delle sue caratteristiche più eclatanti. Sono territori che vanno riscoperti, hanno una capacità di attrazione notevole in chi cerca emozioni, suggestioni che vanno anche oltre le produzioni locali. Sono luoghi che hanno bisogno di aumentare la consapevolezza di diventare nuove opportunità. Obiettivi che attraverso i Gal si possono centrare. È l’inizio di una nuova frontiera che fa del sud della Lombardia una grande fucina per nuove occasioni di sviluppo”. “C’è un forte ritorno alle origini – ha spiegato l’assessore Barbara Mazzali – a qualcosa di vero e autentico, e le nostre campagne lombarde hanno proprio questo sapore. Lomellina, Oltrepò Pavese, Oltrepò Mantovano e Oglio Po oggi stanno diventando destinazione di una possibile scelta di vita. I milanesi sono attratti dalla campagna di Pavia e Mantova, ma la vivono come meta fuori porta, sebbene sia in aumento l’ipotesi di trasferirsi a vivere in aree extra-urbane”. “Fa piacere constatare, così come emerge dall’indagine – ha concluso Mazzali – che già oggi nei tre territori venga riconosciuta la qualità del patrimonio naturalistico e storico-artistico e dell’offerta enogastronomica, a cui io tengo ad aggiungere strutture ricettive di qualità e fascino tradizionale, un patrimonio che certamente vale un soggiorno di viaggio. Interessante, infine, il dato del 21% degli intervistati che associa l’Oltrepò Mantovano e Oglio Po, alla presenza del sistema fluviale del Po (20,9%). Non dimentichiamo che la Lombardia rurale è anche fiumi e laghi navigabili, in totale immersione nella natura”.

Il tema della ‘qualità della vita’ (tempo libero, reti sociali, sicurezza, potere d’acquisto migliore e patrimonio naturale) è il refrain principale che muove le opzioni di scelta del campione intervistato, 507 cittadini (42,6% milanesi e 57,4% residenti in altri Comuni della cintura metropolitana). Altri quattro pilastri decisivi sono rappresentati daL mercato del lavoro, sistema imprenditoriale, servizi di base e commerciali e infrastrutture, viarie e di trasporto. E alla domanda sulla disponibilità a trasferirsi, metà del campione non lo esclude per il futuro (7 milanesi su 10 considerano questa opzione possibile per gli anni a venire) mentre il 15% del campione sarebbe già pronto a trasferirsi. E il miglioramento del potere di acquisto diventa elemento vantaggioso per concretizzare queste ipotesi. Se il 15% del campione afferma di essere intenzionato a trasferirsi a vivere in una zona rurale, più della metà del campione (51,7%) dichiara di poter valutare questa opzione in futuro. Tra i tre territori in esame, l’Oltrepò Pavese è il luogo in cui vivere più selezionato fra i tre territori lombardi in esame, specialmente per la fascia d’età 45-64 anni. “I tre Gal lombardi – ha spiegato Pio Parma, ricercatore European House Ambrosetti – sono chiamati, quindi, ad evolvere nella direzione di una ‘smart land’, in perfetta linea con quanto Regione Lombardia prescrive con la Strategia regionale delle Aree interne”. Sei gli ambiti da potenziare e riqualificare, secondo lo studio: welfare, servizi di vicinato e commerciali, reti di connettività, materiali e immateriali, patrimonio edilizio e agricolo, avvio di forme di governance in rete.