Bonomi (Confindustria): Manovra incompleta, manca strategia di crescita

Bonomi (Confindustria): Manovra incompleta, manca strategia di crescita

Roma – “Ho definito quella legge di bilancio ragionevole nella misura in cui concentra le poche risorse disponibili sulla riduzione per il 2024 del cuneo contributivo” dall’altro lato “la ritentiamo incompleta visto la sostanziale assenza di sostegni agli investimenti privati e a una strategia finalizzata alla crescita e alla competitività”. Lo afferma il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in audizione sulla manovra 2024 presso le commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato a palazzo Madama. “In questo momento bisogna sostenere le famiglie a basso reddito”, argomenta il presidente di Confindustria, che giudica “positiva” la somma del taglio del cuneo contributivo e la revisione delle aliquote Irpef. “Stimiamo che tra i novemila e i 35mila euro di reddito si avrà un effetto benefico tra i 560 euro e i 1.400 euro”. “Non mi interessa la minore Ires se io assumo, perché non abbiamo problemi in questo momento di occupazione”, anzi “abbiamo mancanza di profili, mancano 800mila profili”, chiarisce Bonomi. Per gli incentivi all’assunzione “ritengo non corretto utilizzare risorse pubbliche, come imprenditore perché creare posti lavori e assumere è il mio mestiere. Prendere soldi pubblici per fare il mio mestiere non mi piace”, spiega Bonomi. Considerando insieme la legge di bilancio e la delega fiscale, “siamo nella rarissima occasione dove una manovra espansiva toglie risorse al sistema produttivo perché toglie l’Ace”, 4,6 miliardi e “siamo in negativo di un miliardo”, sottolinea Bonomi durante l’audizione parlamentare sulla legge di bilancio. Su 30 miliardi di misure estensive della manovra, quasi al 55% sono dedicate ai lavoratori e solo il 9,4% alle imprese, spiega Bonomi. “Non è per noi più rinviabile aprire un percorso favorevole alla crescita”, dichiara Bonomi. “L’economia italiana come quella europea ha rallentato e si è fermata” a causa dell’inflazione alta e dell’aumento dei tassi di interessi e “quello che preoccupa molto è il calo degli investimenti”, afferma ancora Bonomi. Sugli investimenti “nel 2021 e nel 2022 avevamo avuto rispettivamente un +20,7% e +9,7%, molto superiori a quelli registrati negli altri Paesi europei, e quest’anno stanno rallentando: -1,7 nel secondo trimestre e praticamente zero rispetto al secondo trimestre del 2022. Inoltre rileviamo ulteriori segnali di rallentamento almeno fino alla metà del prossimo anno in tema di investimenti”, aggiunge. Considerando insieme la legge di bilancio e la delega fiscale, “siamo nella rarissima occasione dove una manovra espansiva toglie risorse al sistema produttivo perché toglie l’Ace”, 4,6 miliardi e “siamo in negativo di un miliardo”, sottolinea Bonomi durante l’audizione parlamentare sulla legge di bilancio. Su 30 miliardi di misure estensive della manovra, quasi al 55% sono dedicate ai lavoratori e solo il 9,4% alle imprese, spiega Bonomi. “Non è per noi più rinviabile aprire un percorso favorevole alla crescita”, dichiara Bonomi.  “L’economia italiana come quella europea ha rallentato e si è fermata” a causa dell’inflazione alta e dell’aumento dei tassi di interessi e “quello che preoccupa molto è il calo degli investimenti”, rileva Bonomi. Sugli investimenti “nel 2021 e nel 2022 avevamo avuto rispettivamente un +20,7% e +9,7%, molto superiori a quelli registrati negli altri Paesi europei, e quest’anno stanno rallentando: -1,7 nel secondo trimestre e praticamente zero rispetto al secondo trimestre del 2022. Inoltre rileviamo ulteriori segnali di rallentamento almeno fino alla metà del prossimo anno in tema di investimenti”, aggiunge. “Bisogna avere la volontà politica di affrontare la spesa pubblica, lì le risorse si trovano”, ha detto Bonomi. Bonomi sottolinea che la spesa pubblica ammonta a 1.100 miliardi di euro: “Se si riconfigurasse il 4-5% delle spesa pubblica, le risorse per le riforme ci sono”, dichiara, a partire dai fondi per Industria 5.0 che ha al centro il capitale umano. “Se non abbiamo l’ossessione della crescita – avvisa Bonomi – non avremo le risorse per pagare gli interessi sul debito pubblico che purtroppo sono aumentati e il nostro welfare “.