Roma – L’assemblea di Confindustria si è aperta a Roma con gli applausi per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il capo dello Stato parlerà al consueto appuntamento annuale che, quest’anno, torna all’Auditorium Parco della Musica. L’assemblea, che vede anche la presenza della premier Giorgia Meloni e di una folta delegazione governativa, si è aperta sulle note dell’inno d’Italia. “Se c’è qualcosa che una democrazia non può permettersi è di ispirare i propri comportamenti, quelli delle autorità, quelli dei cittadini, a sentimenti puramente congiunturali. Con il prevalere di inerzia ovvero di impulsi di ansia, di paura” ha detto il capo dello Stato, Sergio Mattarella. “Due” i “possibili errori: una reazione fatta di ripetizione ossessiva di argomenti” secondo cui “a fronte delle sfide” che “la vita ci presenta, basta denunziarle senza adeguata e coraggiosa ricerca di soluzioni. Oppure – ancor peggio – cedere alle paure, quando non alla tentazione cinica di cavalcarle” aggiunge il presidente. Il capo dello Stato ha citato il “messaggio che Luigi Einaudi” consegnava “il 31 marzo del 1947, nelle Considerazioni finali da Governatore della Banca d’Italia”. A proposito della situazione economica, scriveva: ‘È necessario che gli italiani non credano di dover la salvezza a nessun altro fuorché se stessi’. Oggi diremmo: a noi stessi e agli altri popoli coi quali abbiamo deciso di raccoglierci nell’Unione Europea”. “Un’economia in salute contribuisce al bene del sistema democratico e della libertà, alla coesione della nostra comunità”. Il Capo dello stato cita un discorso di Roosevelt in cui disse che “l’unica cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa”, per poi osservare che anche adesso così come allora si deve “richiamare il legame, per quanto possa a molti apparire scontato, tra economia e democrazia”. “La democrazia si incarna nei mille luoghi di lavoro e studio. Nel lavoro e nella riflessione dei corpi sociali intermedi della Repubblica. Nel riconoscimento dei diritti sociali. Nella libertà d’intraprendere dei cittadini. Prima di ogni altro fattore, a muovere il progresso è, infatti, il ‘capitale sociale’ di cui un Paese dispone. Un capitale che non possiamo impoverire. È una responsabilità che interpella anche il mondo delle imprese: troppi giovani cercano lavoro all’estero, per la povertà delle offerte retributive disponibili”. “L’economia di mercato non pone in discussione valori costituzionalmente rilevanti, quali il rispetto della dignità umana e il dovere di solidarietà. O l’art. 35, relativo alla tutela del lavoro, il 36, sulle condizioni di lavoro, o il 37 sulla donna lavoratrice. È anzitutto il tema della sicurezza sul lavoro che interpella, prima di ogni altra cosa, la coscienza di ciascuno. Democrazia è rispetto delle regole, a partire da quelle sul lavoro”. “Le aziende sono al centro di un sistema di valori, non solo economici. Siete voi a ricordare, anche a me, che l’impresa ha responsabilità che superano i confini delle sue donne e dei suoi uomini e, aggiungo, dei suoi mercati” dice poi Mattarella. “Le imprese sono veicoli di crescita, innovazione, formazione, cultura, integrazione, moltiplicazione di influenza, fattore di soft-power. E sono, anche, agenti di libertà. Generare ricchezza è una rilevante funzione sociale. È una delle prime responsabilità sociali dell’impresa. Naturalmente, non a detrimento di altre ricchezze, individuali o collettive” aggiunge poi il capo dello Stato. “Non è il capitalismo di rapina quello a cui guarda la Costituzione nel momento in cui definisce le regole del gioco. Il principio non è quella della concentrazione delle ricchezze ma della loro diffusione. Il modello lo conosciamo: è quello che ha fatto crescere l’Italia e l’Europa”. “Qual è un principio fondamentale della democrazia? Evitare la concentrazione del potere, a garanzia della libertà di tutti. Vale per le istituzioni. Vale per le imprese, a proposito delle quali possiamo parlare di concorrenza all’interno di un mercato libero. E la lotta ai monopoli ne rappresenta capitolo importante” prosegue poi il presidente della Repubblica. “L’impresa è una formazione intermedia nella nostra società, un corpo sociale di quelli richiamati dalla Costituzione che contribuiscono alle finalità da questa definite, concorrendo al soddisfacimento di bisogni”.