Zoppas (Ice): saldo commerciale positivo nei primi sei mesi 2023
Roma – “Sono segnali confortanti, anche se in un contesto di rallentamento, quelli che arrivano dall’ultima nota Istat sul commercio con l’estero e prezzi all’import relativi a giugno 2023. Dal punto di vista congiunturale, a giugno 2023, rispetto a maggio dello stesso anno, l’export segna una lieve crescita (+0,4%) verso entrambe le aree: Ue (+0,5%) ed extra Ue (+0,3%). Su base annua, l’export conferma la sua crescita moderata e aumenta dell’1% rispetto a giugno 2022, con un aumento più consistente delle vendite extra-Ue (+2,8%) mentre le vendite Ue calano dello 0,6%. Da inizio anno le esportazioni nel periodo gennaio-giugno 2023 registrano una crescita tendenziale cumulata del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2022, anche in questo caso trainata dalle vendite extra-Ue (+6,9%). Da sottolineare quanto evidenziato dall’Istat rispetto alle risposte dei mercati, come Usa e Francia che si mantengono forti, mentre Cina, Germania, Belgio e Turchia, anche se in misura diversa, subiscono una battuta d’arresto. Una situazione da tenere monitorata anche nei prossimi mesi che potranno rivelarsi cruciali per interpretare le evoluzioni dell’export in questi Paesi, anche considerando che, tanto la Cina quanto la Germania, rappresentano dei mercati di riferimento per alcuni comparti primari come Food, Fashion e componentistica. In particolare, l’ingresso della Cina in deflazione, dovuto al rallentamento dei consumi interni, sta suscitando un andamento altalenante che rende meno certa la ripresa economica. Tra i settori che trainano l’export a livello tendenziale ci sono l’automotive, che ha fatto segnare nei primi sei mesi dell’anno un +26%, a fronte di un aumento della produzione del 8,5% e i prodotti alimentari (+8,6%) tra cui spicca la filiera del vino con oltre 1,5 miliardi di euro nel primo trimestre 2023 (+5%) grazie al forte contributo del distretto del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+12,6%), nonostante oggi abbia registrato una “frenata” dovuta in larga parte all’overstocking del 2022. Il deficit energetico (-3.888 milioni) è in forte riduzione rispetto all’anno precedente (-9.335 milioni) consentendo così alle imprese italiane di essere meno esposte al rischio di essere dipendenti dal mercato. Un segnale positivo sui prezzi arriva dal fronte interno: l’inflazione a luglio registra un rallentamento della crescita e resta invariata su base mensile. Su base annua l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto a luglio 2023 del 5,9% rispetto a luglio 2022. Seppur lontani dai livelli di inflazione del 2018 e 2019, questo rallentamento aiuta a recuperare parte della competitività del Made in Italy nei mercati esteri. La previsione del trend rimane ottimistica, nonostante gli schemi del passato siano sempre meno un punto di riferimento”