Stanzione (Cgil): ha ragione Delpini, Milano potrà crescere se diventa comunità
Milano – Intervista a Luca Stanzione, neo segretario della Camera del Lavoro di Milano, sul Corriere Della Sera, che commenta le parole dell’arcivescovo Mario Delpini sulla città. “Milano è l’embrione di una megalopoli del futuro e allora, come dice l’arcivescovo, conviene chiedersi dove va questa città e tornare a pensarci comunità”, spiega Luca Stanzione e sulla critica al modello, “È una dinamica pericolosa che riguarda anche altre città europee, dove ci si scontra con i costi insostenibili dell’abitare, redditi insufficienti e disagio diffuso. Occorre un’assunzione di responsabilità collettiva da parte di istituzioni, imprese, terzo settore, tutti gli attori sociali. Serve un’idea di comunità che reagisca al modello che vive di grandi eventi, attrae city user e capitali che poi non rimangono come investimenti sul territorio. Per esempio quelli delle grandi piattaforme digitali, che usano la città, la sua attrattività, le sue infrastrutture ma poi non lasciano niente, né in termini di oneri né di ricchezza, anzi lavoro sottopagato: dal delivery ad Airbnb, che droga il mercato degli affitti”. (…) Sul ruolo della Cgil, “Noi, qui, rappresentiamo lavoratori che producono il Pil più alto d’Italia, quindi cittadini che stanno dando molto a questo territorio e non solo. Ora, però, sono in ballo grandi questioni che non riguardano soltanto gli interessi dei lavoratori ma il modello nel suo insieme, quindi anche il sistema delle imprese. Faccio un esempio: se la legge di riordino delle aree metropolitane si limiterà a correggere l’elezione del sindaco ma non metterà in campo risorse adeguate, quello sarà un danno per tutti, lavoratori e imprese, che non possono contare sul governo di infrastrutture e servizi. Ecco, noi dobbiamo occuparci anche di questo”. “Oggi il sindacato ha un’altissima rappresentanza nelle imprese, ma deve e può fare di più, andare incontro ai lavoratori più poveri e fragili, per esempio proprio nel turismo, il settore che traina questo sviluppo. Perciò dovremo darci nuovi compiti, rappresentare bisogni e domande che stanno fuori dai luoghi di lavoro, entrare nel campo dei servizi alle persone, dagli asili alla salute. Il terzo settore, per esempio la Caritas, irradia il territorio con esperienze che possono essere un modello”.