Pos: intesa Abi, Commercianti, Artigiani e Fipe
Roma – Accordo raggiunto tra Abi, Apsp, Confcommercio, Cna, Confartigianato, Confesercenti e Fipe per la definizione del “Protocollo d’intesa per la mitigazione, la maggiore comprensibilità e comparabilità dei costi di accettazione di strumenti di pagamento elettronici”. L’accordo, raggiunto presso il Ministero dell’Economia e le Finanze, sul quale l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato (AGCM) ha espresso il parere favorevole, promuove ulteriormente la digitalizzazione, la modernizzazione e la concorrenza dei servizi di pagamento, anche attraverso una maggiore comprensibilità, comparabilità e mitigazione dei costi delle transazioni con strumenti di pagamento elettronici. E ciò con riferimento a chi svolge attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, tenuti ad accettare pagamenti con POS e che presentino ricavi e compensi relativi all’anno di imposta precedente di ammontare non superiore a 400.000 euro. Nello specifico l’Abi e l’Apsp si impegnano a invitare i propri associati, che operano in qualità di “soggetti abilitati all’accettazione di pagamenti con carta presso gli esercenti” a promuovere iniziative commerciali nei confronti degli esercenti, volte a ridurre l’impatto dei costi delle transazioni di basso valore, cioè di importo non superiore a 30 euro. In particolare, tali iniziative commerciali dovrebbero essere significativamente competitive per quanto riguarda le transazioni di importo unitario almeno fino a 10 euro. Le iniziative commerciali andranno pubblicizzate per almeno 6 mesi e avranno durata non inferiore a 9 mesi. Sempre nel protocollo e’ previsto che i prestatori di servizi di pagamento che operano in qualità di “soggetti abilitati all’accettazione di pagamenti con carta presso gli esercenti” aderenti, per accrescere la trasparenza, utilizzeranno un apposito schema standard allegato all’accordo di rappresentazione sintetica delle condizioni previste dalle offerte commerciali. Commentando l’Accordo sottoscritto con ABI e APSP (Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento) intorno al tavolo promosso dal MEF per dare attuazione alla Legge di bilancio 2023 in tema di pagamenti elettronici, il vicepresidente di Confcommercio, Manfred Pinzger, ha sottolineato che “il Protocollo siglato oggi rappresenta per le imprese un passo molto importante sul tema dell’equità e della trasparenza dei costi dei pagamenti elettronici che va, però, consolidato con un adeguamento complessivo della normativa sulla trasparenza”. “L’accordo prevede, infatti, uno schema sintetico che rende per la prima volta comparabili tra loro le offerte promozionali di tutti gli intermediari e le condizioni applicate al termine delle promozioni. In questo modo le imprese sono finalmente più libere di scegliere e questo alimenta l’aspettativa di una mitigazione dei costi anche con un più frequente ricorso alla commissione-zero sui piccoli importi”. “La decisione del Governo di istituire con l’ultima legge di bilancio un tavolo finalizzato a ridurre i costi della moneta elettronica, in particolare per i micropagamenti e soprattutto per le piccole imprese, ha acceso un faro su una questione che andava affrontata con decisione. In questa direzione va il protocollo d’intesa siglato oggi dalle principali associazioni delle imprese e quelle dei soggetti che gestiscono i pagamenti”. Lo dichiara Aldo Mario Cursano, vice presidente vicario di Fipe-Confcommercio, a seguito della firma del protocollo d’intesa siglato con Abi e Apsp (Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento). “L’Italia è il Paese con il più alto numero di Pos installati, ma resta dietro per numero di transazioni, in particolare quando si tratta di micro pagamenti – sottolinea Cursano – a testimonianza dell’iniquità della distribuzione dei costi, da sempre denunciata dalla nostra federazione, e che dimostra che siamo dinanzi ad una criticità reale e non ad un alibi di noi esercenti. Un sistema nel quale le commissioni arrivano anche ad azzerare i margini nella vendita di un caffè non è più tollerabile. Per questo motivo l’accordo di oggi segna un momento importante per garantire alle imprese una maggiore trasparenza e la possibilità di scegliere le soluzioni più convenienti, al fine di assicurare il servizio al cliente e contenere i costi”.