Sospeso un rappresentante CGIL al Policlinico di Milano

Il 24 giugno scorso La CGIL è scesa in piazza a Roma, insieme ad altre novantaquattro associazioni, per rivendicare un sistema sanitario nazionale davvero pubblico, accessibile e solidale che garantisca l’accesso alle cure e il diritto alla salute in modo davvero universale.

Mancano risorse economiche e organizzative, manca il personale e garantire il pieno accesso alle cure è impossibile. Secondo un rapporto ISTAT del marzo 2023, sono sempre di più gli italiani, almeno 4 milioni, che rinunciano alle cure perché le liste di attesa nel pubblico sono troppo lunghe l’accesso alle strutture private troppo costoso. Mentre la spesa sanitaria delle famiglie Italia continua a crescere, i salari degli operatori sanitari restano inadeguati, le assunzioni e le stabilizzazioni scarse, i turni massacranti.

In questa condizione, considerati in particolare la carenza di personale e lo scarso turnover determinato dalle ferie estive, fatichiamo a comprendere le contestazioni disciplinari e la sospensione che hanno colpito un nostro rappresentate al Policlinico di Milano. La contestazione disciplinare dovrebbe sanzionare comportamenti scorretti, non valutazioni espresse in piena e indiscutibile autonomia nell’esercizio della professione. Tenendo presente le difficoltà organizzative diffuse, i ritmi di lavoro insostenibili e il conseguente abbassamento della qualità dei servizi, la sospensione di un’unità operativa capace e di esperienza, è difficile da comprendere.

La difesa del Servizio Sanitario Nazionale, non passa solo dalla piazza, ma anche dalla tutela quotidiana della dignità del lavoro di cura. Continueremo a chiedere assunzioni e formazione, a rivendicare contratti dignitosi e salari adeguati, a pretendere scelte organizzative che rispettino la dignità dei pazienti e il lavoro di chi è chiamato a curarli.