Mattarella all’assemblea di Federcasse

Mattarella all’assemblea di Federcasse

Roma – Parlando all’assemblea annuale di Federcasse, il presidente Sergio Mattarella, tra l’altro, ha detto: “In economia – come in ogni ambito della vita di qualsiasi società – gli strumenti che vengono, di volta in volta, apprestati corrispondono al soddisfacimento di bisogni e di aspirazioni. E, quando si tratta di strumenti collettivi, rispondono ad ansie di crescita di ceti sociali che propongono e accompagnano le trasformazioni di una società. È questa la storia del sistema delle banche cooperative, delle casse rurali, sorte nelle periferie dell’Italia unificata per consentire a persone – i cui diritti erano solo formalmente riconosciuti nello schema dello Stato liberale ottocentesco, con ceti ai margini dalla vita civile – di divenire eguali agli altri. Eguali ai componenti degli ambienti di chi poteva avere titolarità di diritti di proprietà, di chi poteva votare, di chi poteva inviare i figli all’istruzione. In definitiva, le casse sono state strumento di inclusione nello Stato unitario e hanno contribuito alla integrazione della società, allo sviluppo dei territori, della vita delle famiglie, rappresentando un momento fondamentale di sostegno allo sviluppo dell’Italia come oggi la conosciamo. Dobbiamo riflettere se possiamo considerare questa missione come compiuta. Oggi, con la Costituzione repubblicana che riconosce come inalienabili quegli obiettivi e che dispone, all’art. 3, come sia “compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale”; quegli ostacoli che limitano la libertà, limitano l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti alla vita politica, economica e sociale del Paese. Mancheremmo di senso della storia se non avessimo appreso la lezione per cui i principi trovano applicazione effettiva se vengono fatti vivere nelle diverse congiunture storiche con i loro continui mutamenti”. “È significativo sapere che i cittadini di 723 Comuni hanno, come unica presenza bancaria, una banca cooperativa; e che un terzo degli sportelli è collocato in Comuni delle aree cosiddette interne. Si tratta di una funzione economica, si tratta di una funzione sociale, si tratta di un impegno nel solco dell’applicazione delle norme della Costituzione: per queste funzioni la Repubblica vi è riconoscente”. “Il credito erogato alle piccole e medie imprese – spina dorsale del sistema produttivo e occupazionale – così come il sostegno alle famiglie, fanno sì che non si tratti soltanto, come ovvio, di un esercizio oculato e lungimirante di attività bancaria, ma veda le banche cooperative rappresentare un contributo significativo al capitale sociale dell’Italia. Lo ha sottolineato il Presidente Dell’Erba: diffondono benessere, con il 74% del capitale raccolto tra i soci destinato a impieghi in favore dell’economia reale. Sin dagli inizi è stata viva la consapevolezza che questa esperienza rivestiva anche altri significati. Si inseriva nella riflessione relativa al sistema economico, al pluralismo dei suoi protagonisti, all’introduzione, nei suoi meccanismi, di criteri di solidarietà”. “Una funzione permanente quella della cooperazione, radicata nella Costituzione, a confronto, naturalmente, con i tempi moderni”. “Del resto il sistema delle Banche cooperative ha dimostrato di saper affrontare prove anche recenti – a partire, ad esempio, dall’introduzione della moneta unica europea – proprio grazie alla rete di connessioni che ha caratterizzato lo sviluppo di questa vostra esperienza. E’ questa la strada che consente di affrontare il presente e di guardare al futuro. Una declinazione del principio di mutualità che sa guardare a un panorama più largo e complesso”.