Lombardia 2022: il 63% delle imprese è intervenuto a sostegno del potere d’acquisto dei dipendenti

Lombardia 2022: il 63% delle imprese è intervenuto a sostegno del potere d’acquisto dei dipendenti

Milano – Le imprese lombarde si sono mobilitate, oltre che alla ricerca di profili professionali adatti alla loro crescita, per alimentare col welfare il divario tra salari e inflazione. I dati della ricerca promossa da Confindustria Lombardia, che coinvolgono da diversi anni un numero sempre crescente di Associazioni confindustriali, con l’obiettivo di monitorare annualmente le dinamiche del mercato del lavoro, sono chiari. All’edizione 2023 del monitoraggio – che ha coinvolto in maniera omogenea dal punto di vista territoriale e dimensionale oltre 2 mila aziende del sistema Confindustria, per un totale di quasi 400 mila addetti – hanno aderito 23 associazioni che, a integrazione dell’indagine nazionale, hanno analizzato quattro diverse aree del mercato del lavoro: gestione del personale, organizzazione del lavoro, politiche di assunzione, tassi di assenza. Per far fronte all’aumento dell’inflazione nel 2022 il 57,6% delle imprese è intervenuta a sostegno del potere d’acquisto delle retribuzioni; lo strumento più utilizzato a supporto dei lavoratori è stato il welfare aziendale (62%); Il 63% delle aziende ha erogato premi di risultato; Il 29% delle aziende ha affermato di essere alle prese con processi di ricambio generazionale; L’80% delle aziende ha effettuato ricerche di personale e tra queste il 70% ha avuto difficoltà a trovare le figure professionali ricercate: ne consegue che il 56% delle imprese ha difficoltà a reperire lavoratori; Il 51% delle aziende ha utilizzato lo smart working nel 2022 coinvolgendo il 28% dei lavoratori eligibili. Tra i vantaggi dell’uso dello smart working indicati dalle imprese vi sono l’attrazione e la fidelizzazione delle risorse umane (51,5%) e la riduzione dell’assenteismo (48,8%). “L’elevata partecipazione delle aziende lombarde all’indagine conferma l’attenzione degli imprenditori lombardi nei confronti di chi, ogni giorno, lavora in azienda – ha dichiarato il Presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella –. Nessuna impresa è possibile senza collaboratori e gli imprenditori lombardi questo concetto lo traducono in azioni concrete: nonostante le incertezze per i prossimi mesi e un contesto globale poco rassicurante, infatti, nel 2022 le imprese hanno sostenuto i propri dipendenti cercando di contrastare, con gli strumenti e i margini a disposizione, gli effetti dell’inflazione e del caro energia. Questo perché, a dispetto di ciò che una certa narrazione vuole far credere, gli imprenditori sono i primi ad avere a cuore il benessere e le motivazioni dei propri collaboratori” ha concluso Buzzella. In Lombardia hanno collaborato all’indagine 892 aziende associate al sistema confindustriale lombardo, per 260 mila addetti, fornendo risultati che testimoniano una elevata vitalità e capacità di adattamento ai cambiamenti del mercato del lavoro regionale. Il 63% delle aziende ha messo in atto interventi per far fronte all’aumento dell’inflazione nel 2022. Chi non l’ha fatto è stato principalmente per vincoli finanziari e competitivi, più raramente hanno ritenuto spettasse al CCNL farlo; lo strumento più utilizzato è stato il welfare aziendale, scelto dal 64% delle imprese; Il 65% delle aziende ha erogato dei premi di risultato; Il 64% delle aziende mette a disposizione il welfare aziendale con forti differenze dimensionali: tra le imprese di grandi dimensioni l’85% applica welfare aziendale, tra le medie il 51%, le piccole imprese il 44%; a livello settoriale il welfare è più diffuso in ambito industriale (67%) rispetto ai servizi (58%); Nel 2022 il 48% delle aziende ha utilizzato lo smart working coinvolgendo il 32% dei lavoratori eligibili. 3/4 delle aziende lombarde ha avuto un vantaggio nell’introduzione dello smart working mentre solo 1/3 ha segnalato qualche tipo di criticità. L’indagine ha riscontrato che il 28% delle imprese lombarde è alle prese con un ricambio generazionale a fronte del quale vengono riscontrate difficoltà di reperimento di nuove risorse professionali. Il 47% incontra specifiche difficoltà in riferimento a mansioni manuali e tecniche, a conferma della necessità, ben nota e più volte ribadita da Confindustria, che si debba rafforzare l’orientamento e i percorsi formativi professionalizzanti.