Premio Milano Donna: assegnati i riconoscimenti tra aiuto e solidarietà

Milano – Dalla sartoria sociale al supporto psicologico e legale per le donne immigrate, dalla tutela dei diritti ai corsi di italiano per stranieri, passando per il contrasto alla discriminazione e alle violenze, la promozione sociale, culturale e di attività professionali: sono i focus dei sei progetti, presentati da altrettante associazioni attive nei municipi della città, a cui è andato il Premio Milano Donna, il riconoscimento che dal 2020 l’Amministrazione milanese attribuisce a un particolare talento femminile: la capacità di fornire aiuto e solidarietà.   La premiazione si è tenuta oggi a Villa Scheibler alla presenza della Delegata del Sindaco per le Pari Opportunità Elena Lattuada, della Presidente del Consiglio Comunale Elena Buscemi, dell’assessora ai Servizi Civici, Partecipazione e Trasparenza Politiche del decentramento Gaia Romani, del Vice Presidente della Commissione Consiliare Educazione Alessandro Giungi, della Presidente della Commissione Consiliare Pari Opportunità e Diritti Diana De Marchi e della Presidente del Municipio 8 Giulia Pelucchi.  “Il Premio Milano Donna – spiega Elena Lattuada – è un’occasione per far conoscere progetti che sono buone prassi di lavoro con le donne nella città. Progetti costruiti dalle associazioni che nel territorio si impegnano ogni giorno per migliorare la condizione delle donne, per affermare diritti e pari opportunità, per costruire reti di collaborazione e attivare partecipazione, per combattere la violenza e gli stereotipi. L’edizione del 2022 ha avuto come focus le attività svolte da e con donne migranti, con le tante donne che provenendo da paesi lontani, spesso con culture diverse, popolano ogni giorno la città e che, giustamente, rivendicano dignità, diritti e rispetto”.  A precedere la consegna dei riconoscimenti il dibattito al quale hanno partecipato l’Ordinaria di Sociologia Università degli Studi di Milano Mara Tognetti, la Gender Based Violence Programe Officer national response in Italy per Unicef Camilla Caron e la Gender Based Violence Technical Advisor for International Medical Corps Laura Canali.
Un confronto dal quale è emersa una fotografia dei processi migratori delle donne – iniziata molto prima di quella maschile e rivolta soprattutto al lavoro di cura – e di come quei processi oggi determinino una generazione di giovani donne a cui è necessario prestare particolare attenzione nelle politiche pubbliche, così come l’esperienza delle ONG – sia svolta nei paesi di provenienza, spesso teatro di guerre e rivolte civili, che nell’accompagnamento nei centri di accoglienza nel nostro paese – debbano necessariamente avere una attenzione particolare verso il genere femminile, per comprendere i drammi provocati da violenze e cancellazione di diritti, che le donne subiscono.
Uno sguardo di genere necessario nelle politiche pubbliche così come nel lavoro delle associazioni.