Sangalli (Confcommercio): è il tempo della ripresa
Roma – “C’è un tempo per l’emergenza, c’è un tempo per la solidarietà e c’è un tempo per la ripartenza”. Così, dopo aver ribadito l’impegno di Confcommercio a sostegno delle popolazioni e delle imprese colpite dall’alluvione, il presidente Carlo Sangalli ha iniziato la sua relazione all’Assemblea 2023 della Confederazione nella cornice dell’Auditorium Conciliazione a Roma. Ma come ripartire? Superando “le incertezze, le emergenze e le sfide dei tempi che stiamo vivendo”. Anzitutto a livello europeo, soprattutto tramite “una riforma strutturale del Patto europeo di stabilità e crescita che sappia davvero tenere insieme miglioramento delle finanze pubbliche, riforme ed investimenti”. E contrastando l’inflazione “non solo attraverso politiche monetarie, ma anche con una strategia europea per la competitività”. In questo scenario spiccano i buoni risultati dell’economia italiana che, ha sottolineato Sangalli, “ha recuperato i livelli pre-pandemici, facendo meglio delle altre maggiori economie europee, e addirittura degli Stati Uniti”, anche se resta il problema dei consumi che rallentano “a causa di un’inflazione che continua a mordere”. “Abbiamo mostrato – ha sottolineato il presidente di Confcommercio – una straordinaria capacità di adattamento e di reazione, da parte di imprese, lavoro e reti di sicurezza sociale”, risultato della “collaborazione tra buone politiche pubbliche e iniziativa privata”. Una collaborazione che ha funzionato anche sul versante della crescita dell’occupazione, peraltro merito per tre quarti, negli ultimi due anni, delle imprese del terziario di mercato. Che tuttavia “sta vivendo una persistente carenza di personale, con il concreto rischio che la domanda non possa essere soddisfatta, soprattutto per la mancanza di competenze”. Occorre dunque “intervenire per colmare la distanza tra formazione ed esigenze delle imprese, così come per programmare adeguati flussi di lavoratori immigrati”. Sempre in tema di lavoro è “positivo” il giudizio sul recente decreto, anche se sarebbero opportuni “un ulteriore intervento di riduzione del cuneo contributivo sui redditi da lavoro dipendente e un tetto più alto di detassazione per i premi aziendali”. Aggiunto che è “giusto l’obiettivo di promuovere un sistema di sicurezza sociale più saldamente fondato sul lavoro” e che “sono importanti gli incentivi per l’assunzione dei ‘Neet’”, Sangalli ha proseguito evidenziando la necessità di “politiche attive per migliorare la quantità e la qualità dell’occupazione” e di “buona flessibilità”. Sui contratti il presidente di Confcommercio ha scandito che “la detassazione degli aumenti sarebbe certo utile per il buon esito delle trattative in corso” ribadendo poi che “la dinamica dei salari va sempre considerata nel quadro di un comune impegno per la produttività e la crescita”. Quanto alla questione del salario minimo, “la risposta più efficace sta proprio nella valorizzazione erga omnes dei trattamenti economici e degli istituti del welfare contrattuale previsti dai contratti collettivi stipulati da chi realmente rappresenta il mondo del lavoro e il mondo delle imprese”. Parlando della situazione economica in generale, Sangalli ha quindi lanciato l’allarme-Mezzogiorno che emerge dall’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio: “se non riparte bene il Sud, non riparte bene il Paese”. Per poi sottolineare che “bisogna evitare il ritorno alla dinamica piatta del prodotto e della produttività”, vincendo tre sfide in particolare (“buona amministrazione, orientamento al risultato, valutazione”). Ma ce ne sono molte altre in vari campi: Codice degli appalti (“va salvaguardata la funzione delle imprese della ristorazione collettiva che svolgono un ruolo sociale anche nei confronti delle fasce più deboli della popolazione”; produttività del terziario di mercato (“vanno rafforzate le aliquote per i crediti d’imposta e va definito un più ampio ventaglio di spese ammissibili, così da supportare l’innovazione”); caro-prezzi dell’energia (“servono adeguati crediti d’imposta e la riforma strutturale degli oneri generali di sistema”); filiera del recupero e del riciclo (“ancora oggi una criticità in molte regioni del Paese”); incentivi edilizi (“occorre conciliare efficienza energetica e antisismica con la spinta alla crescita e con la sostenibilità della finanza pubblica, ma non si può dimenticare che tante nostre imprese della filiera dell’edilizia si trovano ancora ad affrontare i crediti incagliati”); payback sui dispositivi medici (“mette a repentaglio l’intera filiera delle pmi fornitrici e le stesse prestazioni del servizio sanitario); credito (“è necessario intervenire sulle garanzie, ma occorre integrare gli interventi. sia di livello europeo, che quelli dei consorzi fidi); moneta elettronica (“siamo da sempre a favore, ma bisogna abbassare i costi del Pos”); sostegno alle imprese che operano con l’estero (“il disegno di legge per il Made in Italy sia una preziosa occasione per valorizzare il sense of Italy, decisivo per servizi e turismo, e per rilanciare l’azione di contrasto di abusivismo e contraffazione”). L’elenco continua con la necessità di riconoscere concretamente “il ruolo strategico del sistema dei trasporti e della logistica, senza dimenticare il Piano del Mare, con le opportunità offerte dalla ‘blue economy’”. A proposito di quest’ultima, peraltro, il presidente di Confcommercio ha ovviamente accennato alla questione del demanio ad uso turistico, ricreativo e della nautica: “pensiamo – ha detto – alla mappatura delle concessioni, al giusto indennizzo, alla valorizzazione delle tante imprese, come i balneari, che hanno investito e contribuito alla qualità turistica del Paese. Una realtà così importante non può essere lasciata senza certezze sul proprio futuro”. Il vasto tema del fisco, poi. Confcommercio “condivide l’ambizione del disegno di legge delega di una riforma complessiva del nostro sistema fiscale perché non è più tempo di ‘manutenzioni ordinarie’” e quindi “occorre proseguire il confronto strutturato con le parti sociali”. Nello specifico, ci sono comunque aspetti su sui intervenire: dalla web tax (“non capiamo perché un piccolo commerciante debba pagare le tasse, tutte e subito, mentre questo non succede per le grandi piattaforme globali”) alla possibile introduzione della cedolare secca anche per le locazioni commerciali (“Bene, ma vogliamo essere chiari: se si riduce il costo per i proprietari vanno anche tagliati i costi degli affitti”). Bene anche il percorso di graduale superamento dell’Irap, “ma occorre un adeguato approfondimento, perché c’è il rischio che a pagare siano le imprese più dinamiche ed efficienti”, e bene anche la razionalizzazione dell’Iva, “ma non dovrà mai tradursi in un incremento della tassazione indiretta su beni e servizi”. Evidenziata la necessità di “preservare misure indispensabili per la competitività delle nostre imprese dei trasporti”, Sangalli ha poi detto, in estrema sintesi, che c’è bisogno di “recuperare la fiducia, semplificando gli adempimenti, favorendo gli strumenti volontari, riordinando la normativa in un Codice unico tributario e valorizzando gli strumenti informatici”. Da ultimo il tema dei tributi regionali: “da parte nostra siamo da sempre a favore delle autonomie: locali, funzionali e sociali, ma il cammino dell’autonomia differenziata richiede un ampio dibattito e va risolto il nodo dei livelli essenziali delle prestazioni, degli strumenti perequativi, delle coperture finanziarie”. Infine, la “questione urbana”. Secondo il presidente di Confcommercio “vanno tenute insieme rigenerazione urbana dell’ambiente costruito e degli spazi pubblici con la rivitalizzazione dei servizi di prossimità e con la valorizzazione del modello italiano di pluralismo distributivo”. È questo l’unico antidoto alla desertificazione commerciale dei centri storici e delle periferie, così come delle aree interne e montane. D’altronde, “pensare al piccolo non significa pensare in piccolo, non significa chiedere politiche da riserva indiana, ma al contrario significa farsi carico delle città e dei territori come bene comune”, ha spiegato Sangalli. Città e territori dove, peraltro, il settore turistico gioca un ruolo decisivo, per sostenere il quale “occorrono regole per far emergere il ‘sommerso’. Per gli ‘affitti brevi’ vale sempre il principio stesso mercato, stesse regole”. E sempre città e territori “sono lo scenario dove la cultura genera reddito, occupazione, impresa. Una produzione culturale libera deve poter stare sul mercato, senza dipendere solo dal finanziamento pubblico, pur necessario alla sua missione”. “Il nostro impegno e la nostra responsabilità restano quelli di curare, risanare, ricostruire, mettendo al centro le persone. E Confcommercio ha le persone al centro, che anche nelle stagioni più complicate, costruiscono la speranza e il nostro futuro”, ha concluso il presidente confederale.