Roma – «Prendiamo atto, con rispetto, della volontà della maggioranza di governo di emanare una miniproroga di un anno della scadenza delle concessioni e di cinque mesi per regolare le gare istituendo un tavolo per la mappatura. Si tratta, del resto, di termini di fatto già scaduti e oramai impossibili da rispettare, sia per quanto riguarda l’emanazione dei decreti attuativi – che doveva avvenire entro l’ormai prossimo 27 febbraio – che per le decine di migliaia di gare che i comuni avrebbero dovuto fare entro la fine di quest’anno». Lo afferma Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe-Confcommercio, commentando l’accordo raggiunto ieri dalle forze di maggioranza per prorogare di un anno le concessioni balneari rispetto alla scadenza del 31 dicembre 2023 prevista dalla legge sulla concorrenza. «Auspichiamo che questa miniproroga serva non per applicare norme pasticciate e frettolose, bensì per adottare finalmente, con il coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, quella soluzione strutturale e definitiva annunciata alcuni giorni fa dal presidente del consiglio Giorgia Meloni», prosegue il presidente del Sib. «Nell’interesse del paese, è necessario superare la disciplina varata dal precedente governo che, a nostro avviso, presenta molteplici criticità foriere di gravi conflitti istituzionali (come la pianificazione di esclusiva competenza regionale) e di esteso contenzioso (cone la nullità degli atti già rilasciati) in danno dei Comuni». Conclude Capacchione: «Ci aspettiamo che tutti affrontino con senso di responsabilità e senza polemiche strumentali questa questione che, ricordiamo, riguarda un modello di balneazione attrezzata che il mondo ci invidia, costruito da decine di migliaia di famiglie di onesti lavoratori che rischiano di perdere il lavoro e il frutto del loro lavoro».