Impresa Cultura Italie e Ali contro la soppressione del bonus 18app
Roma – “L’emendamento rappresenta un cambio nella politica culturale del Paese. Verrebbe meno una misura che in tutti questi anni ha consentito ai diciottenni di scoprire o di riscoprire il piacere della cultura nelle sue varie declinazioni per ridistribuire delle risorse a delle filiere economiche altre del mondo della cultura. Sinceramente non mi sembra che dietro questa scelta ci sia un progetto culturale”: così il presidente di Ali-Confcommercio, Paolo Ambrosini, sull’emendamento alla manovra che prevede la soppressione del bonus 18app. “Tra l’altro – prosegue Ambrosini – 18app in tutti questi anni ha svolto anche una importante funzione di armonizzatore sociale per tutti quei giovani che non potevano permettersi l’acquisto di beni culturali. Dimenticarsi di questo è un fatto grave verso le nuove generazioni che vengono così private di uno strumento utile alla crescita culturale”. “Per quanto riguarda le librerie – ha concluso il presidente di Ali – devo dare atto al ministro di aver avuto una attenzione particolare al mondo che rappresento perché ha voluto inserire nel collegato alla finanziaria della legge per il libro una proposta per sollecitare i comuni ad affittare gli spazi sfitti a canone agevolato a chi vuole fare libreria. Questa è una attenzione di cui lo ho ringraziato perché quello del costo dei fitti è un tema importante. Nei centri storici le librerie devono sempre competere con altri settori merceologici che hanno delle marginalità ben diverse”. Sulla stessa linea Impresa Cultura Italia, coordinamento delle imprese culturali e creative di Confcommercio, il cui presidente Carlo Fontana ha espresso “forte perplessità sull’ipotesi di eliminazione di uno strumento che sinora ha dimostrato di saper avvicinare in maniera efficace i giovani diciottenni al mondo della cultura. Abbiamo ribadito in più occasioni, in particolare dopo la pandemia come sia necessario rafforzare gli strumenti di incentivo al consumo culturale, in particolare nelle giovani generazioni, e questa misura va in senso diametralmente opposto”. “Pur condividendo molti degli investimenti che troverebbero copertura dalle risorse che si risparmierebbero dall’app18, riteniamo che non possa essere questa la modalità per individuare ulteriori risorse a sostegno della filiera culturale. Chiediamo quindi al Governo – ha concluso Fontana – di riflettere su questa scelta e di aprire una riflessione con tutte le categorie interessate per individuare misure più congeniali al sistema”.