Roma -“I carrelli della spesa sono sempre più vuoti e più poveri e si è tornati a comprare nei discount dove i prezzi per definizione sono inferiori. Non c’è un giudizio di merito o di qualità, solo una constatazione sullo scontrino medio e sui canali di acquisto”. È questa la fotografia scattata da Alessandro Tatone, presidente di Confimi Industria Alimentare con una vasta esperienza nei rapporti con la GDO. “Le abitudini di spesa sono tornate indietro di 10 anni ma stavolta la “crisi” è dettata da un doppio fattore: cresce rapidamente il costo dei prodotti sugli scaffali e cala il potere d’acquisto dei consumatori” spiega il numero uno di Confimi Alimentare “L’inflazione ha raggiunto e superato i livelli registrati nei primi anni Novanta”. “Non sembra esserci soluzione di continuità – avvisa Tatone – “le aziende della filiera agroalimentare come tutte le realtà manifatturiere si stanno facendo carico di una parte degli extra costi di gestione dettati dai costi energetici, da quelli delle materie prime, del confezionamento e della logistica, ma una parte viene comunque riversata sul prodotto finale”. Servirebbe un’inversione di rotta ma che al momento è tutta nelle mani del Governo sottolinea il presidente di Confimi Alimentare “Mantenere sostenibile la spesa alimentare dovrebbe essere garantito a livello Costituzionale, è tempo di rinunciare all’iva sui prodotti di prima necessità e sui relativi produttori lungo la filiera agroalimentare”. “Ha dell’incredibile ma il 2022 ha reso manifesto come i prodotti alimentari del Made in Italy siano destinati alle esportazioni perché qui da noi non ce li possiamo più permettere” chiude amareggiato Tatone.