Roma – Le prossime elezioni politiche potranno segnare una svolta per il trasporto pubblico non di linea. Le associazioni di Noleggio con conducente chiedono, come era stato avviato dal Dl Concorrenza poi ingiustamente stoppato a causa in particolare dell’azione dei deputati Maccanti e Rixi, una riforma che contribuisca a rendere il settore finalmente più equo e moderno. Sono in gioco migliaia di lavoratori: in Italia ci sono 25 mila autorizzazioni per le vetture di noleggio con conducente, parliamo di circa 40 mila autisti e famiglie che vivono grazie a questo lavoro. A questi si aggiungono altri 200 mila stakeholder considerando tutto il comparto affiliato, dalle segreterie ai fornitori. Almeno cinque i punti essenziali per cui è necessario un intervento. Un tema che non potrà essere ignorato alle elezioni, né dagli elettori, né dalla politica.
– Nuovi bandi Ncc per rispondere alle esigenze del mercato. Premesso che il comparto Ncc nazionale ritiene ormai maturo il tempo per la regionalizzazione delle Autorizzazioni, sono necessari bandi immediati per compensare decenni di mancanza di rilasci dei comuni. Lo chiedono Ncc, turismo, congressuale, utenza generica.
– Riduzione del gap rispetto ai taxi. La disparità di trattamento oggi è enorme e non democratica. Da Roma a Milano, da Firenze a Napoli: ci sono città metropolitane in cui la sproporzione è anche di 25 volte nel confronto tra il numero di licenze date ai taxi rispetto alle autorizzazioni per gli Ncc. Occorre un livellamento.
– Parità di considerazione, senza creare lavoratori di classe A e B. Come categoria chiediamo maggiore rispetto da parte della politica, con una reale disponibilità al cambiamento per aiutare migliaia di lavoratori che producono Pil e che chiedono ormai da decenni migliore supporto.
– Tutela del consumatore spesso truffato dai tassisti disonesti. Riteniamo oggi insufficiente il servizio offerto a cittadini e turisti, sia in termini numerici che qualitativi. Oggi il comparto dei taxi non è in grado da solo di rispondere alla domanda nelle grandi città, costringendo spesso le persone a lunghe attese.
– Investimenti per creare nuovi posti di lavoro. In un momento di forte crisi economica, ampliare il numero delle licenze nel settore equivale anche a dare nuove importanti opportunità per coloro che oggi hanno bisogno di reinserirsi nel mercato del lavoro. Un’occasione da sfruttare. La normalizzazione dello scompenso Ncc taxi a livello nazionale costa zero allo Stato che deve solo emettere titoli, ma darebbe impulso ad un settore che ha carenza autorizzativa e non riesce a soddisfare il 40% della domanda post Covid: la regionalizzazione non costa nulla e anzi è un risparmio. Inoltre sosteniamo l’autorizzazione unica al titolare dell’impresa e non più ai veicoli.