Milano: i commercianti sprecano energia, il comune fa i controlli
Milano – E’ Il Corriere Della Sera a sollevare il problema dei negozi a porte aperte, nonostante l’aria condizionata. Un vento glaciale soffia lungo corso Vittorio Emanuele, via Torino, corso Buenos Aires, via Dante. Solo 5 negozi su 60, presi come campione di un «test sul campo», tengono le porte chiuse (o aperte, ma con le «lame d’aria» funzionanti). Gli altri esercizi emanano freddo all’esterno, frutto dei climatizzatori in funzione. A protestare è un gruppo di cittadini: chiedono al Comune di stilare una «mappa» di negozi virtuosi, propongono una sorta di «bollino verde ufficiale» da assegnare a chi si impegna a non disperdere all’esterno l’effetto dell’aria condizionata e multe «salate e responsabili» per gli altri. (…) Eppure il Comune di Milano ha adottato una linea molto precisa, contenuta nel «regolamento per la qualità dell’aria» firmato dal sindaco Beppe Sala: le porte dei negozi devono essere tenute chiuse, a meno che non siano installate le lame d’aria. «Ma se un negozio le ha installate e poi non le usa, siamo punto e a capo». La raccomandazione arrivata da Sala (con un post su Instagram) era di tenere comunque chiuse le porte anche in presenza delle «lame d’aria». Il Comune stesso fa sapere che i controlli ci sono. Nel mese di luglio, precisa una nota di Palazzo Marino, «sono stati effettuati 100 controlli e solo tre negozi hanno preso la multa perché non avevano installato le lame d’aria». Il tema è comune in molte grandi città. A Firenze, con una ordinanza in vigore dal primo agosto, il sindaco ha vietato ai negozi senza lame d’aria di tenere le porte aperte. Passeggiando per il cento di Parigi, si vedono tante porte dei negozi chiuse «e i turisti — rassicurano i cittadini che chiedono la mappa — entrano comunque».