Cingolani: sull’auto ‘sfida enorme, si perderanno posti di lavoro ma se ne creeranno di nuovi

 

Roma – Il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, definisce con il Corriere della Sera l’intesa sullo stop alle auto a benzina e diesel nel 2035 una “sfida enorme” e spiega che con la transizione “si perderanno posti di lavoro ma se ne creeranno di nuovi”. “Le batterie sono l’epicentro del cambiamento – precisa il ministro -. Le materie prime necessarie, il litio e altre terre rare, sono in larghissima parte presenti in Cina, per cui anche se l’Europa si impegna a costruire batterie, la sua dipendenza dalle materie prime cinesi sara’ molto superiore a quella che adesso abbiamo dal gas e dal petrolio russo”. Poi aggiunge: “Chi possiede le materie prime, determina il mercato. E questo punto e’ di debolezza – evidenzia -. Le batterie accumulano circa 300 wattora per 1 chilo di peso. Se ne dovranno produrre decine di migliaia di tonnellate per elettrificare le auto d’Europa, e i materiali per costruirle li dovremo importare”. Quanto al rischio sui posti di lavoro assicura che “se ne creeranno di nuovi con prodotti e servizi che al momento nemmeno immaginiamo”, ma precisa che “nell’immediato dobbiamo essere molto attenti”. Il ministro spiega: “Non solo le produzioni si restringono per il minor numero di componenti, ma il costo superiore dell’auto elettrica rispetto all’equivalente a benzina rischia di ridurre la domanda – sottolinea -. Nei Paesi ricchi il Pil procapite medio di un anno e’ sufficiente a comprare senza problemi un’auto elettrica di ultima generazione. Ma in molti altri Paesi europei servono l’equivalente di 4 o 5 anni di Pil procapite medio”. Parlando dei biocarburanti conferma: “I nuovi sintetici consentono di abbattere la produzione di Co2 a parita’ di motore. Mezzi pesanti che non potranno facilmente essere elettrificati o chi non potra’ permettersi di acquistare l’auto elettrica nel 2035 potra’ utilizzare queste tecnologie”.