Digital Gap: 1 Italiano su 3 è rimasto al lavoro analogico

Digital Gap: 1 Italiano su 3 è rimasto al lavoro analogico

Milano – La digitalizzazione del mondo del lavoro, in Italia, è ancora una partita aperta. I profondi mutamenti indotti dalla pandemia, che per molti versi hanno facilitato la transizione tecnologica, per altri hanno accentuato differenze e criticità. Lo scenario, decisamente complesso, emerge da una nuova ricerca sulla digitalizzazione in Italia, condotta ad aprile 2022 da Ipsos per Kelly Services Italia su un campione di 1000 persone dai 16 anni in su. Parlando di expertise nelle nuove tecnologie, solo il 37% si dichiara esperto o molto esperto: il 53% degli italiani ritiene di avere conoscenze digitali nella media e il 10% è apertamente inesperto. Il motivo? Solo il 23% degli italiani con un’occupazione utilizza molto o moltissimo tecnologia e digitalizzazione nel proprio lavoro. Ma il 31% dei connazionali occupati – uno su tre – dichiara un utilizzo basso o nullo della tecnologia e della digitalizzazione nel proprio lavoro. Ecco perché continuiamo a essere in coda all’indice DESI sulla digitalizzazione del Sistema Paese: nel 2021 l’Italia si è “piazzata” solo al ventunesimo posto in UE, ben distante dal podio di Danimarca, Finlandia e Svezia. “Cloud, intelligenza artificiale, linguaggi di programmazione, Internet of Thing e Blockchain: con almeno una di queste realtà il 53% degli intervistati dichiara di avere familiarità, più di uno su due – commenta Cristian Sala, AD di Kelly Services Italia -. Quota che diventa il 72% fra le figure direttive. Ciò dimostra che è l’esperienza sul campo, nel mondo del lavoro, a fornire le migliori opportunità di crescita digitale. Da qui l’importanza di una formazione digitale continua, che permetta di arricchire nel tempo il bagaglio di competenze digitali: si tratta di un processo che deve necessariamente passare dal fare sistema tra il mondo della formazione e le imprese”. La necessità di una partnership effettiva tra scuole, università, enti di formazione e imprese è ormai ben chiara: per il 48% degli intervistati è l’unica strada per avvicinare due mondi vissuti ancora come distanti. Per il 73% del campione, le persone specializzate saranno sempre più ricercate e valorizzate. Ecco perché la formazione continua in ambito tecnologico è una richiesta che viene valutata sempre più attentamente nella scelta di un posto di lavoro. Per il 39% degli intervistati, la possibilità di accrescere le proprie competenze digitali è un driver di attrazione valutato al secondo posto, subito dopo l’ovvia leva dello stipendio adeguato. Oggi non si parla più di formazione univoca: dalla ricerca Ipsos per Kelly Services Italia emerge il bisogno di percorsi personalizzati per conseguire improvement individuali. Con caratteristiche ben specifiche.