Cgil: una nuova stagione per le relazioni industriali

Cgil: una nuova stagione per le relazioni industriali

 

Roma – Le relazioni industriali sono in grande trasformazione in tutto il mondo – scrive il quotidiano online della Cgil “Collettiva” – e la crisi del modello tradizionale fordista fa tornare d’attualità il tema della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese e delle società che forniscono servizi di pubblica utilità. Ma dietro la parola “partecipazione” si nascondono schemi ed esperienze molto diverse, che vanno dai modelli di “cogestione” alla tedesca, alle formule più diffuse nei paesi anglosassoni che prevedono un coinvolgimento dei dipendenti anche dal punto di vista dell’azionariato, ovvero quella formula del dipendente-azionista che durante le crisi finanziarie degli ultimi anni ha mostrato tutti i suoi lati più pericolosi (per i lavoratori). “Finora le esperienze di partecipazione si sono limitate alla bilateralità tra imprese e sindacati. E’ matura l’introduzione di una forma di partecipazione attiva dei lavoratori alle scelte strategiche delle aziende. Possiamo oggi attuare il dettato costituzionale”. “La strada che porta alla costruzione di un sistema di relazioni industriali più forte e che veda la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alle decisioni delle imprese come uno degli elementi del suo rilancio, finora, si è rivelata complessa e carica di ostacoli”. Lo leggiamo nel testo della memoria depositata in Parlamento dalla Cgil nell’ambito delle audizioni delle parti sociali sulle proposte di legge. Le esperienze concrete che si sono realizzate finora sono ancora troppo poche. (Vi proporremo qui di seguito alcune testimonianze). Ma è chiara – secondo la Cgil – l’importanza del tema e della necessità di rilanciarlo in un momento di grandi sfide: la transizione energetica, quella ecologica, quella digitale. Le scelte relative all’utilizzo delle risorse del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, saranno “l’occasione per una grande stagione di innovazione produttiva e organizzativa di diversi settori che non possono non vedere un protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori”. Per la Cgil risulta molto critica la modalità con la quale viene affrontato il tema della distribuzione degli utili a cui viene legato il tema della partecipazione azionaria. Siamo convinti che la maggiore partecipazione dei lavoratori non passi attraverso la facoltà di voto nell’ambito dell’assemblea dei soci. “Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”. Nella memoria Cgil presentata in Parlamento viene rilanciata la proposta di una Carta dei diritti. “La nostra Organizzazione, ormai nel lontano 2016, ha avviato una grande discussione su una proposta di legge popolare chiamata Carta dei diritti universali del lavoro, una legge che innovasse il diritto del lavoro a partire dall’estensione di diritti e tutele a tutte le lavoratrici ed i lavoratori e che, al contempo, si ponesse l’obiettivo di dare gambe sia all’articolo 46 che agli articoli 36 e 39 della Carta costituzionale. Il testo in questione è stato depositato alle Camere, ma ancora non è mai stato discusso. All’articolo 39 del suddetto testo abbiamo esplicitato la nostra proposta di declinazione dell’applicazione dell’articolo 46 della Costituzione alla quale, a nostro avviso, potrebbe essere utile ispirarsi nel tentativo di arrivare ad un testo unico sull’argomento”. La Cgil, analizzando i singoli progetti di legge che sono stati depositati in Parlamento, ammette che “i principi generali sulla partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori di cui si parla in alcuni dei testi presentati possono essere condivisibili ed in parte rispondono anche alle rivendicazioni sindacali: risulta però assai problematica la via della delega in quanto potrebbe prestarsi alla stesura di decreti attuativi non rispondenti all’obiettivo di costruire un sistema di relazioni industriali più forte”. La proposta della Cgil è quindi quella di “affrontare il percorso di definizione di una sede di confronto finalizzata al controllo delle decisioni delle imprese attraverso una legge ordinaria che compiutamente affronti le diverse tematiche legate alla partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori: oltre alle materie oggetto di confronto, all’individuazione delle sedi, è necessario trovare il corretto equilibrio tra la legge e la contrattazione alla quale opportunamente demandare alcune delle questioni che vengono affrontate nelle proposte; come inevitabile riteniamo debba essere il legame tra nuove relazioni industriali e la certificazione della rappresentatività”.