Lo stagista di 16 anni morto a Fermo
Roma – Giuseppe Lenoci aveva solo 16 anni. Era uno studente, iscritto al corso triennale dello storico centro di formazione professionale “Artigianelli” di Fermo e anche lui, come Lorenzo Parelli, era impegnato in uno stage in una ditta di termoidraulica. Lo scrive il quotidiano online della Cgil, “Collettiva”. Come Lorenzo, morto in fabbrica a Udine all’ultima ora dell’ultimo giorno di stage, anche Giuseppe ha perso la vita mentre stava raggiungendo un cantiere. È morto in un incidente stradale avvenuto intorno alle 11 del mattino nei pressi di Serra de’ Conti (Ancona). Giuseppe era all’interno del furgone aziendale, un Ford Transit, seduto al posto del passeggero, quando il veicolo è uscito fuori strada, schiantandosi contro un albero. Il conducente (37 anni), sbalzato in strada, è rimasto gravemente ferito, ma non sarebbe in pericolo di vita. Il ragazzo, invece, intrappolato tra le lamiere, è morto sul colpo. Famiglia di origini pugliesi, che da una decina di anni si era trasferita a Monte Urano (Fermo), Giuseppe avrebbe compiuto 17 anni ad aprile. Il suo sogno era diventare un termoidraulico: da qui la scelta d’iscriversi all’Artigianelli, dove stava completando il percorso formativo: tre anni e mille ore, la metà delle quali in stage. Giuseppe era appunto in stage da gennaio e, da quanto risulta al momento, era regolarmente inquadrato e assicurato dalla ditta fermana presso la quale stava completando il suo percorso professionale. Si sarebbe diplomato alla fine di questo anno scolastico, diventando un operaio specializzato. “Non sono ancora certe le cause dell’incidente, ma sarebbe il secondo caso in poco più di un mese in cui uno studente perde la vita durante un’esperienza di connessione fra scuole e lavoro”, commenta la Rete degli studenti medi: “Ora basta, poche settimane fa ci siamo mobilitati per denunciare la precarietà del mondo del lavoro, in cui ogni giorno muoiono quattro lavoratori per mancanza di tutele e controlli. È inaccettabile che esista il tentativo di abituarci a queste condizioni lavorative fin dagli anni scolastici. Non accettiamo che ci venga insegnato a essere sfruttati in un sistema dove di lavoro si muore ogni giorno: questa non è la scuola, questo non è il lavoro. Vogliamo risposte e interventi dal ministro, vogliamo certezze, sicurezze e diritti. Pretendiamo un radicale cambiamento del rapporto che c’è tra scuola e lavoro”.