Assosomm: “Lavoro somministrato, la rigidità sul mercato e le norme killer portano all’inefficienza”
Roma – “È tempo di capire che la rigidità sul mercato del lavoro e norme che definirei killer portano oggi all’inefficienza; inoltre certe posizioni finiscono solo per rappresentare una vuota ideologia. Come Associazione di categoria abbiamo più volte manifestato la nostra disponibilità a metterci al servizio del Governo, anche in riferimento alla riforma dei Centri per l’Impiego e in vista di una valorizzazione dell’esperienza maturata dai Navigator. Ora ci troviamo ancora una volta a dover combattere una lotta contradditoria per salvaguardare la stabilità di chi siamo riusciti ad assumere a tempo indeterminato. Cosa non funziona in un sistema come il nostro che assume regolarmente, combatte per definizione contro il lavoro in nero e contro il caporalato e assume non per brevi periodi di tempo ma addirittura a tempo indeterminato? Forse è giunto il momento di guardare maggiormente anche all’esempio europeo”. Lo ha dichiarato Rosario Rasizza, Presidente di Assosomm, l’Associazione Italiana delle Agenzie per il Lavoro, a seguito dell’incontro di mercoledì presso il Ministero del Lavoro convocato per discutere delle modifiche inserite dalla normativa emergenziale all’art. 31 D.Lgs. 81/2015 e per comprendere come non mettere a rischio il futuro di oltre 100mila persone. La disposizione sopra citata disciplinava l’eventualità che i lavoratori assunti a tempo indeterminato dal somministratore (l’Agenzia per il Lavoro) venissero inviati in missione presso lo stesso utilizzatore anche con successivi contratti per un periodo superiore a 24 mesi, dunque senza obbligo di causale o limiti di durata. La nuova norma, avendo indicato il termine finale del 31 dicembre 2021, avrebbe potuto tuttavia dare luogo a problemi che forse i proponenti dell’emendamento non si erano prefigurati. Infatti, decorso tale termine, era ipotizzabile che le Agenzie non avrebbero più potuto proporre i propri lavoratori assunti a tempo indeterminato presso la stessa azienda, se non alle stringenti condizioni che valgono per i contratti a termine (a partire dalle causali). Ove fosse stata intesa in questo senso, la norma avrebbe rappresentato un pesante regresso e un irrigidimento dei vincoli rispetto alla situazione attuale. Il settore, peraltro in modo compatto con tutte le Sigle Sindacali, aveva già manifestato la seria preoccupazione per quello che sarebbe potuto accadere dopo il 31 dicembre 2021, in quanto era probabile che molte Agenzie non sarebbero più riuscite a impiegare i lavoratori assunti stabilmente, non potendo più inviarli in missione presso l’utilizzatore che li aveva richiesti in passato e che avrebbe voluto impiegarli di nuovo. Ciò avrebbe comportato inevitabili e notevoli riduzioni degli organici, spiacevoli turn over e non pochi contenziosi. Con soddisfazione di tutti, la data era stata tolta con il Decreto Fiscale, ma in sede di conversione in legge dello stesso, è stato introdotto un nuovo limite temporale, questa volta al 30 settembre 2022: ed ecco che l’emergenza occupazione torna ad aprirsi.