Covid, Moratti: bilancio di un anno di sanità lombarda

Covid, Moratti: bilancio di un anno di sanità lombarda

Milano – “E’ ripartito l’orgoglio lombardo”. A un anno dall’inizio del suo incarico in Regione Lombardia iniziato, precisamente lo scorso 11 gennaio, la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, si è raccontata in un’intervista one-to-one a Fabio Massa, questa sera a Palazzo delle Stelline a Milano, nel corso dell’evento ‘Direzione Nord’, organizzato dalla Fondazione Amici delle Stelline, True-News.it e Inrete, in collaborazione con Fondazione The Bridge. In merito alla carenza di medici di base espressa dal sindaco Sala “Credo che non si possa generalizzare ci sono MMG che sono straordinari, dediti al lavoro, ma credo che  il sindaco Sala si riferisse a una osservazione che ho fatto io, che riguarda la sanità territoriale, – spiega Moratti – noi  abbiamo approvato questa legge sul potenziamento della sanità che prevede tempi e risorse certe, 1,2 miliardo di euro dal Pnrr  e 800 milioni dai fondi  regionali per 203 case di comunità, 60 ospedali di comunità e 101 centrali operative territoriali”.  Oltre a questo “si prevedono ambulatori territoriali diffusi, fatti da medici di medicina generale, in collaborazione dei Comuni, con risorse date dalle Regione, è una riforma che sicuramente va a potenziare in maniera significativa la sanità territoriale, compresa l’assistenza domiciliare integrata”.  “I primi mesi sono stati molto difficili, duri, abbiamo dovuto lavorare su un rafforzamento del piano vaccinale, che non era ancora completamente strutturato, e abbiamo lavorato a un accesso ai vaccini più semplice rispetto a come erano stati predisposti- ha affermato Moratti-. Con l’arrivo al governo di Mario Draghi, siamo poi partiti con un piano vaccinale che ci vede tra i primi al mondo. Credo sia ripartito l’orgoglio lombardo”. Ripercorrendo i mesi più duri della pandemia da Covid, Moratti ha quindi ricordato: “La Lombardia aveva vissuto un dramma, con i lutti e anche con il peso di un’immagine della Regione che non era giusta, in quanto era stata la prima Regione a essere colpita da un virus subdolo, e non aveva cure né vaccini. Era un Lombarda forse in ginocchio, ma non era vinta.  Siamo riusciti a far ripartire l’orgoglio della Lombardia”. A dimostrarlo sono anche i numeri, che la vicepresidente ha illustrato:  “La Lombardia si sta dimostrando una Regione estremamente virtuosa, siamo al 93% dell’adesione alla campagna  vaccinale anti Covid, siamo al 90% di persone che hanno completato il  primo ciclo vaccinale, e  anche sulle terze dosi stiamo andando molto bene,  abbiamo una media  di 90mila al giorno, superiamo così il target che ci è stato dato dal commissario Figliuolo. Anche le prime dosi stanno crescendo”.  Moratti ha quindi espresso “la soddisfazione da parte della Regione sulla campagna vaccinale”, precisando che “sebbene la variante Omicron è ancora molto contenuta nel nostro Paese, è presente e il rischio di contagio si è amplificato”.  Tradotto: non bisogna abbassare la guardia, e vaccinarsi.  Dal palco delle Stelline Moratti è tornata infine a lanciare un allarme già espresso nel pomeriggio: “Il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)  per la sanità prevede una pietra miliare europea, che richiede una diversa organizzazione del lavoro dei Medici di medicina generale (MMG) entro maggio 2022, al fine di permettere l’attivazione delle Case di comunità. Se l’Italia non dovesse rispettare questa riorganizzazione, non arriverebbero i 7 miliardi di fondi per la sanità territoriale. E non saremmo in grado di attivare le case di comunità”.