Dal 2050 stop vendita e affitto per le case senza parametri green
Roma – Svolta green dell’Unione europea anche sul fronte degli immobili. Dovrebbe essere pubblicata a breve infatti la nuova direttiva dell’Unione europea in tema di conversione energetica degli immobili e la bozza circolata non è per nulla incoraggiante. L’obiettivo della Commissione europea è di imporre che entro il 2050 tutti gli edifici del Continente raggiungano lo standard di “emissioni zero”. Si tratta in pratica di immobili in grado di provvedere autonomamente alla produzione del fabbisogno energetico dello stabile, riducendo al minimo i consumi e l’impatto ambientale. Tale obiettivo sarà però suddiviso in diverse tappe e anche queste dovranno rigidamente essere rispettate dai Paesi europei. Entro il 2027 gli immobili dovranno infatti raggiungere la classe energetica E, mentre per il 2030 dovranno arrivare alla classe energetica D, per poi raggiungere la classe energetica C nel 2033. Si tratta della classificazione standard della sostenibilità energetica degli immobili, su una scala che va da G, il gradino più basso, che ha un consumo annuo di 165 kWh/mq, fino ad arrivare alla classe A, la più alta, che ha un consumo annuo inferiore ai 30 kWh/mq. Il problema dietro a tutta questa spinta all’ecologismo riguarda le sanzioni nei confronti di chi non si sarà adattato alla nuova direttiva. Tale norma infatti prevede lo stop alla vendita e all’affitto di tutti quegli immobili che non rispetteranno gli standard energetici adottati via via a livello europeo. Si può facilmente comprendere come tale imposizione possa avere un effetto diretto sulla classe media dei cittadini europei, che si potrebbero così ritrovare tra le mani immobili impossibili da affittare o da vendere, ma al contempo costosissimi per tasse quali IMU e spese legate ai consumi. Per l’Unione europea la soluzione a questo sarebbe semplicissima: adattarsi. Peccato però che, almeno in Italia, adattarsi alla svolta green non sia così semplice.
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