Roma – E’ il quotidiano iI Messaggero a fare un primo report sul personale scolastico, cosiddetto no vax. Mancano solo dieci giorni all’avvio dell’anno scolastico ma non si sa quanti siano, realmente, i docenti che non si sono ancora vaccinati. Per scelta o per necessità. Il tema è delicato: il personale scolastico sprovvisto di green pass non può entrare a scuola e, quindi, verrà sospeso dal servizio e resterà senza stipendio a partire dal quinto giorno di assenza ingiustificata in classe. Bisogna sapere quindi quanti sono i docenti senza vaccino e quanti sono, tra questi, quelli che hanno deciso di non sottoporsi al vaccino quelli che invece non possono proprio farlo. Il report settimanale, aggiornato al 13 agosto scorso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, riporta ancora la percentuale dell’85,45% di personale che ha avuto la prima dose o la dose unica e il 79,95% che ha completato la vaccinazione. Resta quindi fuori il 14,55%, vale a dire 213.277 tra docenti e Ata ancora da vaccinare. Ma c’è qualcosa che non quadra perché leggendo i dati appare strano come ci siano regioni coperte al 100%, come Campania e Friuli Venezia Giulia e il Lazio che arriva al 99,53%, e regioni che restano fortemente indietro come la Sicilia al 57%, Bolzano al 63% e la Liguria al 65%. Un caos dei numeri confermato anche dal fatto che, ogni settimana, cresce il dato complessivo del personale da vaccinare: all’inizio ammontava a circa 1,4 milioni, a inizio luglio si è arrivati a 1 milione e 460mila, a inizio di agosto un milione e 465mila e ora si è giunti a quota 1.466.217. Così è davvero difficile quantificare il problema dei no vax. Già dieci giorni fa il ministro all’istruzione Bianchi, assicurando l’alta adesione dei docenti alla campagna vaccinale, parlava del 90% del personale scolastico già vaccinato. Quindi quel 15% era già stato stimato da viale Trastevere in un 10%. La Cisl scuola stima, al netto delle persone fragili, un totale di 100mila docenti senza vaccino per scelta. Ma si parla di stime. Oggi invece dovrebbero arrivare i dati richiesti da Figliuolo ma sarà difficile che siano diversi da quelli pubblicati nei report. (…)