Pagano (Cgil): la transizione ambientale non è una passeggiata, formare e tutelare i lavoratori

Pagano (Cgil): la transizione ambientale non è una passeggiata, formare e tutelare i lavoratori

Milano – La Cgil non ci sta a fare la bella statuina nella gestione del Recovery fund. “La cosa peggiore è pensare alle risorse del PNRR buttandola in propaganda, l’opportunità è decisiva e va colta a pieno. Noi – spiega Alessandro Pagano, segretario lombardo della Cgil – abbiamo l’obiettivo di dare un contributo nella realizzazione del Piano, con le relative ricadute sul territorio ma per il momento, sembra interessare a pochi”. Lunedì il sindacato di Maurizio Landini (che sarà presente) ha convocato all’Umanitaria un incontro per affrontare il tema: (ri)programmare il paese col PNRR, trasporti e infrastrutture. Ci saranno, con Alessandro Pagano, il sottosegretario Bruno Tabacci; Stefano Malorgio, segretario generale Filt Cgil; Luca Stanzione, segretario lombardo della Filt e poi Valeria Fedeli del Politecnico; Vincenzo Geco della CdL; Paola Bonini e Angelo Piccirillo Filt Lomabrdia. “Noi ci siamo posti un interrogativo – spiega Pagano – gli obiettivi sociali che nel Piano europeo vincolano le istituzioni locali, come si realizzano e chi li garantisce? Noi ci siamo, anche come rappresentanza sociale. E questa è una garanzia”. Altro interrogativo: “Queste risorse sono a disposizione per consentire maggiori profitti alle imprese, oppure per costruire interventi orientati a migliorare la coesione sociale? Noi abbiamo un ruolo, lo rivendichiamo e pensiamo di guadagnarcelo”. Il problema di fondo è sempre lo stesso: una governance “che includa le organizzazioni sindacali ma per ora non c’è risposta”. “Lunedì discuteremo al convegno – con un occhio alla Regione e l’atro alla città metropolitana – delle politiche d’investimento su mobilità e in che modo il sindacato dovrà verificare la qualità di questi progetti anche in relazione alla qualità della vita delle persone e delle condizioni dei lavoratori”. Nei giorni scorsi la Filt Cgil ha lanciato la proposta di una nuova legge che disciplini un settore emergente: la logistica. “La discussione è orientata a dare continuità alle valutazioni che la categoria sta dando da tempo sul sistema mobilità. Con un’attenzione particolare rivolta ai sistemi innovativi, che presentano opportunità e rischi. Il tema del rinnovamento tecnologico e del suo impatto sui lavoratori è essenziale e quindi anche la necessità di accelerare la formazione di chi lavora. Il rischio è l’obsolescenza professionale e allora occorre far presto”, spiega il segretario regionale della Cgil. E in effetti a partire dalla vertenza sull’algoritmo dei rider (che ora hanno raggiunto qualche obiettivo), per arrivare al tema spinoso dei sub appalti proprio nella logistica, la Filt ha guidato le rivendicazioni dell’intero settore. “Ci aspettiamo che possano proseguire i piani già impostati, ad esempio quello di Rfi, molto impegnativo. Ma anche il sistema dei nuovi bus elettrici, riconvertiti a energia pulita, che rappresenta un obiettivo importante per migliorare la qualità dell’aria, con un occhio di riguardo alle competenze dei lavoratori”, spiega Pagano, che concludendo accende un faro sul tema che gli sta a cuore: “La transizione non è una passeggiata, impatterà forte sul lavoro. E allora bisognerà parlarne, senza dimenticare che è giusto salvaguardare l’ambiente ma anche le persone che lavorano. E’ per questo che occorrono piani di sviluppo in grado di affrontare la complessità dei problemi”.

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