Confcommercio: cresce fiducia nelle imprese, forte aspettativa di ripresa

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Confcommercio: cresce fiducia nelle imprese, forte aspettativa di ripresa

Roma – Prosegue, per fortuna, la serie di buone notizie in arrivo dall’Istat sulla salute della nostra economia. Stavolta tocca alla fiducia di imprese e consumatori, il cui livello a giugno fa segnare un forte aumento: l’indice relativo alla prima sale infatti da 107,3 a 112,8, mentre quello che misura la seconda “schizza” da quota 110,6 a 115,1. Quest’ultimo, al terzo mese consecutivo di aumento, supera così il livello pre-pandemia di febbraio 2020 e raggiunge il livello di ottobre 2018. Per quanto riguarda le imprese, si consolida il trend iniziato nel dicembre scorso: in particolare nei servizi di mercato l’indice sale da 99,1 a 106,7 (valore nettamente superiore a quello di febbraio 2020) e nel commercio al dettaglio da 99,9 a 106,7. Nei servizi di mercato la fiducia migliora nettamente nel settore del trasporto e magazzinaggio, mentre è in lieve calo nel turismo e nei servizi alle imprese. Nel commercio al dettaglio, migliorano i giudizi sulle vendite e sulle scorte, mentre diminuiscono le attese sulle vendite. Per quanto riguarda i circuiti distributivi, forte miglioramento della fiducia nella distribuzione tradizionale (l’indice passa da 92,7 a 101,5), più contenuta la dinamica nella grande distribuzione (da 103 a 108,6). “L’avanzamento della campagna vaccinale e la sensibile remissione dei contagi, unitamente alla drastica riduzione della contabilità dei decessi, influenzano il dato di giugno sul clima di fiducia di famiglie e imprese che manifestano in modo inequivocabile forti aspettative di ripresa”. È il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio, per il quale “si stanno concretizzando le condizioni ottimali per quel recupero della domanda coerente con una variazione del Pil prossima al 5% nell’anno in corso”. Tuttavia, l’andamento dell’indice relativo a servizi alle imprese e turistici “conferma che le attese di ripresa, seppure complessivamente ben impostate, presentano elementi di fragilità a causa delle ingenti perdite subite da importanti settori produttivi che ancora stentano a recuperare i livelli di attività pre-Covid”.

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