Roma – Il modello di previsione dei fabbisogni occupazionali sviluppato nell’ambito del sistema informativo Excelsior da Unioncamere indica “un fabbisogno complessivo compreso tra 1,9 e 2,7 milioni di lavoratori” nei cinque anni tra 2020 e 2024. “Il sistema economico italiano dovra’ sostituire oltre 2,5 milioni degli attuali occupati, perche’ questi ultimi avranno raggiunto l’eta’ di pensionamento o per altre cause”. A questo dato vanno aggiunti “gli incrementi (o diminuzione) degli occupati previsti in base ai possibili andamenti annuali del Pil”; Unioncamere considera due possibili scenari per l’andamento dell’economia: uno scenario base in cui “la crescita economica potra’ generare nel quinquennio 2020-2024, in maniera molto differenziata nei vari settori, un incremento rispetto al 2019 dello stock di occupati di circa 179mila”, ed uno scenario ‘avverso’ in cui “si prospetterebbe una flessione dello stock di occupati di circa 556mila unita’ a fine quinquennio”. Complessivamente “sara’ il Nord Ovest ad avere bisogno della quota maggiore di occupati (609mila/844mila unita’), seguito dal Nord Est (492mila/665mila unita’), dal Mezzogiorno (500mila/661mila unita’), e – in misura minore – dalle regioni del Centro (361mila/527mila unita’). Quanto invece ad un arco di tempo piu’ a breve, il 2020-2021, caratterizzato dall’impatto della crisi Covid e dal rimbalzo dell’economia, “i settori privati e la pubblica amministrazione potrebbero esprimere un fabbisogno occupazionale di 272mila-799mila unita’. In particolare, sarebbe la componente determinata dalla necessita’ di sostituzione di addetti in uscita per pensionamento o altre cause, stimata superiore al 1 milione di unita’, a riportare in territorio positivo il fabbisogno, visto che nei due anni considerati e’ attesa una riduzione dello stock di occupati – a seconda dei due scenari considerati – compresa tra le 277mila e le 805mila unita’ rispetto al 2019 (rispettivamente -1,2% e -3,4%)”.