Milano – “Nelle ultime ore l’emergenza #Coronavirus si è diffusa con forza sul nostro territorio e sulla Città di Milano”, spiega Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano. “L’obiettivo delle misure prese da Regione Lombardia in accordo con il Ministero della Salute è quello di contenere la diffusione del virus riducendo i contatti tra le persone e le occasioni di assembramento. Per questo, oltre alla chiusura delle scuole per 7 giorni, bar, pub e locali serali dovranno chiudere alle 18. I ristoranti potranno rimanere aperti. Nelle aree «focolaio» del virus, è in vigore il divieto di allontanamento e di ingresso. Nei Comuni della provincia di Lodi sono escluse dalla sospensione dell’attività lavorativa e di trasporto le attività commerciali di supermercati, ipermercati, negozi alimentari e quelle connesse al trasporto dei prodotti alimentari. Misure certamente più flessibili di una quarantena ma che influiscono negativamente sul lavoro quotidiano degli imprenditori. Come ha ricordato il presidente Sangalli sulle pagine del Corriere della Sera, per un’azienda obbligata a chiudere, che si tratti di un piccolo esercizio commerciale o di un grande megastore, significa azzerare il fatturato. Una situazione limite che non può essere protratta nel tempo, pena l’estinzione dell’attività imprenditoriale. Bisogna agire in modo rapido per evitare la paralisi, sono necessarie misure eccezionali: sospensione delle scadenze contributi e fiscali, estensione del Fondo integrazioni salariali, attivazione della cassa integrazione in deroga, moratorie sui mutui e indennità per i lavoratori autonomi. Questa è una crisi mondiale e le decisioni andranno prese a livello globale. Sarà quindi decisivo il coinvolgimento del Fondo monetario internazionale”, conclude Barbieri.