Milano – POP Day, l’evento del Politecnico di Milano dedicato ai temi del benessere, della diversità e dell’inclusione nel percorso professionale e di vita della sua comunità, presenta quest’anno la prima edizione del Bilancio di Genere. L’indagine scatta un’istantanea del Politecnico di Milano, con il filtro della prospettiva di genere, nei percorsi di studio e di lavoro, all’interno del corpo docente e del personale tecnico-amministrativo, abbracciando un arco temporale dal 2000 ad oggi. Un lasso di tempo molto lungo durante il quale il numero di donne è aumentato in modo significativo testimoniando il cammino lento ma costante verso una maggiore parità. I dati raccolti mostrano però chiaramente il persistere di alcuni luoghi comuni, tanto quanto la necessità di mettere in atto azioni mirate al cambiamento culturale. Pur essendo in linea con le università nazionali e internazionali, i numeri parlano chiaro. Mostrano come l’ateneo abbia intrapreso negli anni un cammino a due velocità verso la parità di genere nella componente studentesca, raggiunta e superata nel caso di Architettura e di Design. I numeri indicano poi come questa doppia velocità si rifletta nel diverso trattamento riservato alle donne dal mondo del lavoro, dove persiste un divario significativo in termini economici e di stabilità tra uomo e donna e dove, soprattutto nell’ambito della carriera accademica e scientifica, la forbice si allarga ulteriormente. Enormi potenzialità non valorizzate anche perché le donne ottengono mediamente voti di laurea più alti e registrano tassi di abbandono della carriera accademica inferiori rispetto ai colleghi maschi. A 12 mesi dalla laurea magistrale (dati 2016) hanno un contratto a tempo indeterminato ad Architettura il 22,2% delle donne contro il 25,7% degli uomini; a Design il 44,6% contro il 43% degli uomini; a Ingegneria il 47,4% contro il 57% degli uomini. Il divario si riflette anche nel livello delle retribuzioni per le laureate magistrali. Il 91,20% delle donne guadagna meno di 2.000 € (si trova nella stessa condizione l’84,66% degli uomini). La percentuale di coloro che guadagnano più di 3.000 €, seppur esigua, è doppia nel caso degli uomini (3,88%) rispetto alle donne (1,62%). Questo invece l’andamento medio (dal 2000 al 2012) dei tassi di abbandono degli studi: ad Architettura hanno lasciato il 19% delle ragazze (28% uomini); a Design il 17% (24% uomini) e ad Ingegneria il 26% (36% uomini). “La parità di genere è un elemento funzionale a mantenere l’economia europea sostenibile, a creare piena occupazione, a generare benessere per tutti i cittadini. Ed è proprio all’Europa che dobbiamo ispirarci e al confronto internazionale che dobbiamo tendere. – commenta Donatella Sciuto, Prorettore Vicario al Politecnico di Milano – Il Bilancio di Genere è un utile strumento di valutazione per indirizzare le politiche pubbliche, oltre che un prezioso elemento decisionale per orientare le azioni dell’ateneo. Tra gli aspetti emersi dall’analisi, un’attenzione particolare è da porre su due segnali positivi: l’ingresso delle donne all’interno del corpo docente, aumentato di oltre 8 punti percentuali dal 2000 a oggi, e una buona collaborazione con associazioni e imprese, consapevoli che solo attraverso un’azione corale possiamo sviluppare misure di inclusione efficaci e durature.”