Roma – Circa un milione di litri di latte e’ stato lavorato per essere dato in beneficenza, dato in pasto agli animali o gettato per della situazione che si è creata tra industriali e pastori, che ha portato a compensi per questi ultimi inferiori a 60 centesimi al litro di latte, al di sotto dei costi di produzione. Questa la stima di Coldiretti in occasione della manifestazione davanti a Piazza Montecitorio a Roma dove i pastori sardi hanno messo l’accento sulla tragedia del latte di pecora e chiesto di procedere immediatamente al commissariamento del Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop, responsabile con le sue scelte del crollo del mercato che ha messo in ginocchio gli allevatori. “Attendiamo che l’associazione industriali proponga a tutti i pastori della Sardegna il prezzo del latte che non ha voluto ne’ trattare ne’ modificare in questi mesi rimanendo sordo e indifferente alle proposte avanzate” ha dichiarato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini. “Non sono veri imprenditori – continua Prandini – quegli industriali che se non riescono a vendere il pecorino che hanno deciso di produrre scaricano i costi della loro incapacita’ sull’anello piu’ debole: i pastori. Le remunerazioni offerte non sono solo indegne ed offensive per i pastori ma anche illegali perche’ le norme sulla concorrenza vietano “qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, ivi comprese, ad esempio qualsiasi patto che preveda prezzi particolarmente iniqui o palesemente al di sotto dei costi di produzione”, secondo quanto prevede l’articolo 62 della legge 1 del 2012 nato proprio per combattere speculazioni e pratiche sleali. Lo dimostra l’analisi dell’Ismea che evidenzia come i prezzi riconosciuti ai pastori a gennaio 2019 sono stati pari a 56 centesimi di euro (Iva esclusa) rispetto a costi variabili di produzione saliti a 0,70 centesimi (Iva esclusa). Un obiettivo – sottolinea la Coldiretti – condiviso anche dall’Unione Europea che si appresta ad approvare la nuova direttiva contro le azioni commerciali inique e immorali che entro la prima settimana di marzo dovrebbe arrivare in Aula al Parlamento europeo.