Milano – Durante il convegno “Le forme del commercio al dettaglio. Competenze e modelli per il futuro prossimo venturo”, promosso dalla Scuola Superiore del Commercio del Turismo dei Servizi e delle Professioni con l’Università Cattolica di Milano in occasione dei 20 anni del corso di laurea in Economia e Gestione Aziendale – Service Management, il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha voluto sottolineare che “In 20 anni il “service management”, la gestione dei servizi, che è entrata nel titolo di questo corso, si è rivoluzionata, sia dal punto di vista dei “servizi”, sia dal punto di vista della loro “gestione”. Ma io credo che i fili rossi che hanno guidato sempre questo corso siano rimasti alla fine gli stessi. E sono a mio modo di vedere due. Il primo è nella convinzione che sia fondamentale collegare la formazione universitaria all’impresa e, viceversa, saldare l’impresa ad una formazione universitaria. Il secondo “filo rosso” di questo corso è poi nello sforzo continuo di creare valore”. Il terziario di mercato coi suoi servizi è in forte movimento in almeno due direzioni. “Da un lato – spiega Sangalli – il terziario è in espansione: commercio, servizi, turismo, logistica, professioni assumono forme, dimensioni e modalità sempre più numerose, dalle start up digitali alle botteghe storiche. E’ difficile stare al passo di questa grande eterogeneità. E poi, dall’altro lato, il nostro è il settore con le potenzialità di crescita più forti. E se la formazione è sempre un investimento strutturale per un’azienda, nel terziario è un investimento che determina una crescita esponenziale in termini di produttività e cambiamento culturale. In questo mondo così fortemente in movimento le competenze che vanno formate, certamente, cambiano. Ma c’è sempre, sempre bisogno di una formazione che prima di generare competenze, generi senso. E così dia senso all’innovazione, al digitale, alla tecnologia e sappia collegarla al nostro essere persone, comunità e società. Per questo il collegamento tra impresa e università è una straordinaria intuizione. Siamo convinti che senza formazione e senza ricerca il nostro settore non può generare senso, innovazione, valore aggiunto, non può camminare velocemente”. “E, se il terziario non cammina, allora è l’Italia a rimanere ferma, visto che questo settore vale oggi il 40% dell’occupazione e del Pil del nostro Paese. Grazie alla formazione e alla ricerca mettiamo le ali ad un terziario che ha voglia di crescere, ma soprattutto ha tutte le potenzialità per far crescere il Paese”, conclude Sangalli.