Brescia – La Direzione dell’Asst Spedali Civili di Brescia “ribadisce e sottolinea come i 4 decessi avvenuti negli ultimi giorni presso il reparto di Terapia intensiva neonatale non siano riconducibili a una medesima causa né siano la conseguenza un focolaio epidemico”. E’ quanto viene precisato in una nota diffusa dall’ospedale lombardo in cui la struttura, dopo gli ultimi sviluppi, ricostruisce il susseguirsi dei casi a partire dal primo decesso, “risalente al 30 dicembre”. Questa prima morte si è verificata, spiega l’azienda, “in una condizione di prematurità estrema (nascita alla 27esima settimana di gestazione e peso di 980 grammi), a causa di una enterocolite necrotizzante (complicanza tipica dei prematuri) insorta dopo circa 20 giorni dalla nascita e che, nell’arco di meno di 48 ore, ha portato la piccola alla morte”. In tal senso, sottolineano dall’ospedale, “non è di interesse della Procura” il quarto decesso, in quanto “si conferma che il piccolo e’ deceduto, poco piu’ di due ore dopo il parto, per una gravissima malformazione congenita delle vie aeree superiori”.