Milano – Il report di 70 imprese: i casi nei settori food, design, moda. Food, ci sono: l’azienda lodigiana di vini particolarmente apprezzati in oriente a conduzione familiare ma con una filiale a Hong Kong, la tenuta agricola del milanese specializzata in funghi Shiitake, la torrefazione brianzola di caffè sudamericani, l’azienda milanese che produce solo grissini e snacks biologici. Design, da chi è specializzato in arredamento di sale gioco domestiche, dall’azienda di inizio novecento specializzata in bauli da viaggio a quella che trasforma l’hardware digitale in elementi di design. Moda, dalla lodigiana fondata dal primo italiano che trovò la formula per solidificare i rossetti in stick fino a quella che vende copriabiti e shopping bag promozionali, dall’impresa specializzata in tessuti per l’infanzia e per gli indumenti protettivi a quella che crea gioielli in metallo abbinato a pelli. Il progetto InBuyer alla quarta edizione, appuntamenti fino a novembre. 92 giornate di eventi in Lombardia, 462 buyer provenienti da oltre 40 paesi, 2148 imprese lombarde, 10736 incontri b2b, oltre 900 accordi conclusi: questi i numeri delle prime tre edizioni del progetto “InBuyer” di Unioncamere Lombardia e Sistema Camerale Lombardo, con il supporto di Promos, Azienda Speciale per le Attività Internazionale della Camera di commercio di Milano Monza Brianza, Lodi. L’iniziativa prevede l’accoglienza di operatori economici selezionati con l’obiettivo di favorire il processo di internazionalizzazione e creare occasioni di business per le imprese lombarde. La quarta edizione del progetto InBuyer, prevede, fino a novembre, l’organizzazione di oltre 2000 incontri b2b nel corso di 22 appuntamenti in tutte le province lombarde. Al progetto possono aderire le imprese lombarde dei settori: Alimentare, Moda, Arredo, Cosmetica, Costruzioni, HVAC-R, Turismo, Packaging e Labelling. Il progetto è destinato a piccole e medie imprese di produzione con sede legale o operativa in Lombardia che abbiano potenzialità di interazione con i buyer esteri. Per informazioni le imprese possono contattare la Camera di Commercio della provincia di appartenenza. Macchinari, metalli, moda, chimica: sono i prodotti che trainano il manifatturiero lombardo nel mondo. Un business che nel 2017 ha raggiunto i 117,9 miliardi di euro (8 miliardi di prodotti manifatturieri in più del 2016), +7,4%. Germania (+5,5%), Francia (+4,3%) e Stati Uniti (+13%) sono le maggiori destinazioni delle esportazioni. Primi paesi per crescita percentuale in un anno: Russia (+27,9%), Polonia (+16,3%), Giappone (+15%). Tra questi principali 20 partner, superiori al +10% di crescita anche Ungheria, Romania, Stati Uniti. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e della sua azienda speciale Promos per le attività internazionali, sugli ultimi dati Istat. Ma per sapere dove va l’export lombardo per settore, quali sono i maggiori mercati, quali gli emergenti ecco la mappa: “L’export manifatturiero lombardo nel mondo – Manufacturing, from Lombardy to the world”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi in collaborazione con Promos, la sua azienda speciale per le attività internazionali. L’export manifatturiero lombardo è trainato da macchinari, metalli, moda e chimica. I macchinari superano i 24 miliardi e riprendono a crescere (+6,4%). Seguono i prodotti in metallo (18,5 miliardi, +9%), la moda (13 miliardi, +3,6%), i prodotti chimici (12,7 miliardi, +5,4%), gli articoli in gomma e gli alimentari (quasi 7 miliardi). Crescita a due cifre per alimentari (+17%) e farmaceutici (+25%). Sempre più alimentari lombardi arrivano in Giappone (seconda destinazione, +126%) e Corea (+116,5%), tessili in Cina (+19%), legno in Austria (+31,4%), prodotti chimici in Brasile (+23%), farmaceutici in Irlanda (+226%), petroliferi raffinati nei Paesi Bassi (+374%) e metalli in Ungheria (+30,4%), macchinari in Egitto (+106%) e Russia (+47,4%), computer nelle Filippine (+56,5%), apparecchi elettrici in Messico (+65,7%), mezzi di trasporto in Pakistan (+243%). L’export manifatturiero italiano raggiunge i 430 miliardi, +7,4%. Milano è prima con 40 miliardi circa (9,3%, +8%), seguita da Torino (22 miliardi, +3,6%), Vicenza (17,5 miliardi, +5,6%), Brescia e Bergamo con 15 miliardi (rispettivamente +8,4% e +6,7%).