Politecnico, Jonathan Guaitamacchi da Bovisa alla città globale

Milano – La mostra, dal titolo Bovisa from ‘97 to ‘17, patrocinata dal Comune di Milano e da Ferrovie dello Stato Italiane, propone negli spazi del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano grandi vedute urbane di Jonathan Guaitamacchi. Nato a Londra, classe 1961, Jonathan Guaitamacchi, conosciuto inizialmente per i disegni a carboncino che avevano come soggetti figure umane, diventa famoso, dopo la “scoperta” di Bovisa, per le composizioni di paesaggi urbani di grandi dimensioni. Rigorosamente in bianco e nero i paesaggi di Guaitamacchi non sono l’espressione meramente architettonica della realtà, sono piuttosto la sua metafora, il suo riflesso. Sono forme geometriche scomposte in quella che il pittore definisce un’“astrazione prospettica”. Luoghi invisibili, città della mente, gli spunti e le tracce del lavoro di Guaitamacchi si trovano negli spazi di città come Milano, Londra, Johannesburg, luoghi vissuti dall’autore in prima persona. Elemento fondamentale dell’opera il nero diventa la base, il punto di partenza. L’autore imprime sulla tela toni scuri, grigi per poi tagliare l’oscurità con potenti colpi di luce. Luogo simbolico e straordinario, fortemente amato da molti artisti nella storia da Sironi a Testori, solo per citarne alcuni, Bovisa diventa per Guaitamacchi luogo di profonda trasformazione. Nel ‘97 l’autore entra fisicamente e mentalmente nei gasometri di AEM, trasforma la sala della pressione nel suo studio e inizia a disegnare con una vocazione quasi paesaggista ciò che lo circonda. Ne esce un’importante mostra Macchine della Luce a cui partecipano e prendono parte personaggi illustri dell’arte e della politica di quegli anni tra cui Carlo Bertelli, Antonello Negri, Silvano Oldani e Roberto Costa. Ne segue il progetto espositivo Triennale/Progetto Bovisa che proponeva riflessioni sul cambiamento della città marcando il primo nucleo di interesse per il futuro progetto Expo. Curata da Francesca Brambilla la mostra, oltre agli iconografici lavori che hanno reso l’artista famoso come Target (unico quadro verticale), Goccia, Londra, Johannesburg (trittico lungo 10 metri), propone due opere di particolare interesse: Macchine della Luce – Composizione, e ad Memoriam. La prima realizzata con la tecnica del carboncino dentro i gasometri nel ‘97 e oggi di proprietà di CGIL Nazionale è simbolo di un importante capitolo lavorativo della Milano operaia, ad Memoriam opera inedita in fieri composta da 28 scatti fotografici dell’area Bovisa realizzati dall’artista nel ‘97 e ripresi pittoricamente nel 2017 invece, oltre ad essere una sorta di tributo a quella che per Guaitamacchi è stata una forte iniziazione, è anche un omaggio al luogo che lo ospita: il Dipartimento di Meccanica.