Exhibitionist: si parla di radio

Milano – Torna Exhibitionist, il 26 ottobre alle 19.00 a Palazzo Giureconsulti. Questa volta “andiamo in onda”, visto che il protagonista dell’incontro sarà Claudio Astorri, che ha lavorato con i nomi più importanti dell’industria radiofonica italiana: ha fondato e diretto RTL 102.5, ha lavorato allo sviluppo di Radio 105, RMC Radio Montecarlo, RAI International, Radio Italia Network, rilanciato RDS e partecipato alla creazione di Radio 24. Siamo sempre alla ricerca di spunti di riflessione da settori diversi da quello delle fiere, per capire come vengono affrontate sfide simili alle nostre e questa volta abbiamo pensato di fare un confronto tra le fiere e un altro mezzo di comunicazione antico ma ancora attuale: la radio. La radio è un essere vivente, fatto di persone e interazioni, ciascuna stazione ha un posizionamento ben preciso nel panorama radiofonico e i ritmi frenetici imposti da un palinsesto giornaliero; la radio, come tutti gli altri mezzi di comunicazione, si è trovata ad affrontare la sfida digitale. Anche la fiera è un essere vivente, fatto di persone e interazioni (siamo l’industria del face to face); ogni manifestazione ha un posizionamento ben definito, anche le fiere hanno ritmi frenetici, magari non tutti i giorni dell’anno e, infine, anche le fiere affrontano la sfida del digitale. La radio è certamente il primo “media di massa”; la prima trasmissione è datata 1893, mentre la prima stazione radio risale al 1919 con sede in un garage di Pittsburgh. Negli anni ’20 la radio si affermò anche in Italia, con la nascita dell’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche). Nel 1926 gli abbonati erano circa26.000 e nel 1928 erano già saliti a oltre 62.000. La guerra pose fine all’EIAR che al termine delle ostilità prese il nome attuale di Rai, e fino al 1974 In Italia i privati non poterono fondare una radio. Dopo alcune sentenze che “aprirono” il mercato della radiofonia anche ai privati, Il 10 marzo 1975 a Milano nasce «Radio Milano International»: una delle prime, se non cronologicamente la prima emittente radiofonica privata italiana. E’ il primo passo di una vera e propria “rivoluzione” nel modo di fare la radio, media che ha, tra le sue tante peculiarità, anche quella che non ti obbliga a rimanere fermo per seguirne i contenuti, come per esempio avviene con la televisione.