Milano – L’Unione Artigiani di Milano Monza e Brianza, ha diffuso i dati relativi alle imprese a tutto il 2016. Dal 2009 al 2016 le imprese artigiane nella loro totalità sono cresciute del 3%. Complessivamente nel 2016 si contano 93.381 imprese artigiane, il 30% delle quali opera nella città di Milano dove si è verificata la crescita più solida. I settori più dinamici, tra gli altri, sono: gli alimentari, auto e moto, legno e mobili, tessili e abbigliamento. Quelli che vanno peggio: edilizia, pulizia, trasporti. Crescono a Milano complessivamente le aziende individuali dell’8%, in modo esponenziale negli ultimi 5 anni (+42%) quelle straniere. Nella competizione tra aziende italiane e straniere siamo ad un testa a testa nel settore alimentare: 57% italiane, 43% straniere; nei servizi di pulizia italiani al 41% stranieri al 59%; nell’edilizia 53% italiani 47% stranieri; nei servizi di cura alla persona stravincono gli italiani con l’89% contro l’11% degli stranieri. Delle 20.214 imprese artigianali straniere individuali, la maggior parte è di origine africana (42%), seguono i paesi dell’Est col 30%, poi gli asiatici col 15%, i sudamericani col 12%. E’ Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani a commentare la crescita degli artigiani di origini extra europee: “Soprattutto nel capoluogo, a Milano, le imprese artigiane, con un titolare di origine straniera, toccano quota 40%. Molti mestieri vedono sempre più l’avvicendamento tra italiani e nuovi arrivati. Si tratta di cambiamenti costanti e in questo senso per l’artigianato gli stranieri rappresentano una risorsa che mantiene in vita settori che altrimenti scomparirebbero. La maggior propensione alla fatica e al rischio di impresa sono i fattori che determinano spesso il passaggio di testimone tra italiani e stranieri. Nel rispetto delle regole legali e fiscali oltre che della qualità dei prodotti, questo passaggio non appare negativo”.