Roma – Il decreto sul riordino delle Camere di commercio era atteso ed è stato varato dal Consiglio dei ministri di ieri. Secondo il provvedimento messo a punto dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda d’accordo con Tesoro e ministero della Pa, prevede che in sei mesi le Camere scendano dalle attuali 105 a “non più di 60 nel rispetto dei seguenti vincoli direttivi: almeno 1 camera di commercio per Regione; accorpamento delle camere di commercio con meno di 75mila imprese iscritte”. Per tagliare i costi si prevedono poi altri quattro passaggi: riduzione del diritto annuale a carico delle imprese del 50%; riduzione del 30% del numero dei consiglieri; gratuità per tutti gli incarichi degli organi diversi dai collegi dei revisori; razionalizzazione complessiva del sistema attraverso l’accorpamento di tutte le aziende speciali che svolgono compiti simili, la limitazione del numero delle Unioni regionali ed una nuova disciplina delle partecipazioni in portafoglio. Al Mise si affida infine una “valutazione stringente sulle performance delle Camere di Commercio da parte di un comitato indipendente di esperti”.