Roma – Giovedì 7 luglio presso il Comitato delle Regioni a Bruxelles, Rue Belliard 101, Stanza JDE 51 si terrà il Convegno Internazionale “Il risanamento e il riutilizzo sociale dei beni e delle aziende confiscate come strumento di contrasto al crimine organizzato”. Verranno presentati i risultati del progetto Icaro sulle aziende confiscate alla criminalità organizzata, che propongono modelli di intervento e gestione a partire dallo studio di alcuni casi selezionati. I risultati verranno discussi con i rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee e con gli esponenti della società civile dei vari paesi dell’Unione. Su 2.300 aziende confiscate in via definitiva, la ricerca mette in evidenza che al dominio incontrastato della Sicilia, con il 33% sul totale nazionale, segue la Campania con il 23%, la Calabria con il 12% e la Lombardia con l’11%. Questi dati non tengono conto dei provvedimenti, per ora solo di sequestro, conseguenti alle due grandi inchieste di “Roma Capitale” ed “Aemilia”. Dalla ricerca emerge che i settori più vulnerabili sono quelli contraddistinti da un basso livello tecnologico e da una forte presenza di unità produttive di piccola scala e che richiedono capacità di stare sul territorio. Il 26% appartiene al settore delle costruzioni, il 25% a quello del commercio, il 9% al settore alberghiero. In Lombardia è il commercio il settore di attività con il maggior numero di aziende confiscate, ma particolarmente significativa è la presenza nel settore alberghiero e nella ristorazione, con il 22%. Rispetto alla tipologia aziendale la SRL è di gran lunga quella più utilizzata (46%); la società a responsabilità limitata è ritenuta il miglior compromesso tra la facilità di gestione e le esigenze di occultamento dell’identità criminale in quanto, essendo dotata di personalità giuridica, obbliga a rispondere solo per le quote investite. In Lombardia compaiono anche SPA e rami d’azienda che indicherebbero la presenza di imprese a “partecipazione mafiosa”.