Milano – Agilità, reattività, innovatività e sociabilità. Sono i 4 pilastri del dinamismo – scrive Event Report – il nuovo parametro su cui si misura la solidità dei brand in un’economia globale dove tutto cambia molto rapidamente e dove chi è rilevante oggi potrebbe non esserlo domani. Brand fortunatissimi come Kodak e Nokia sono caduti nel dimenticatoio, mentre a fare breccia nell’immaginario collettivo sono oggi Uber, Airbnb, Netflix o Fitbit, secondo una logica per cui brand che fino a 5 anni fa erano sconosciuti ai più valgono ora più di quelli che presidiano il mercato da decenni. Un nuovo indicatore proiettato nel futuro in un contesto così “liquido”, le tradizionali metriche per misurare il valore di brand sono ormai superate: ciò che serve non è più sapere quanto un brand è rilevante oggi, ma quanto continuerà a esserlo domani. E quanto sarà rilevante domani è determinato dal suo dinamismo, cioè dalla capacità di essere agile, reattivo, innovativo e social. Questa la tesi da cui nasce Dynamic 100 (D100), il nuovo ranking dei brand più dinamici sul mercato messo a punto dalla multinazionale della comunicazione IPG Mediabrands proprio per svecchiare le metodologie di valutazione delle aziende introducendo nuovi parametri più capaci di coglierne la vitalità e le prospettive di crescita futura. Le 4 componenti del dinamismo elaborato da IPG Mediabrands in collaborazione con Jonah Berger, docente dell’Università della Pennsylvania, il D100 è frutto di interviste condotte su 10mila consumatori di 5 grandi mercati (Usa, UK, Germania, Cina e India) e dell’analisi dei dati social di più di 1.200 brand. L’azienda più dinamica è Google, il brand più dinamico a livello globale è Google, il cui ecosistema in continua evoluzione è sotto gli occhi di tutti; seguono nella top ten Amazon, Samsung, Nike, Intel, Nasa, Bmw, Mercedes-Benz, Audi e Lenovo.