Cgil: la crisi a Bergamo e Brescia, industria core business

Bergamo – Domani convegno-attivo dei delegati proposto dalle Camere del Lavoro di Bergamo, Brescia, Vallecamonica e Sebino. L’iniziativa si tiene alle ore 14.30 all’auditorium “1861 Unità d’Italia” a Corte Franca (Bs) e vedrà la partecipazione anche della segretaria generale Susanna Camusso. Luigi Bresciani, segretario generale provinciale della Cgil di Bergamo, e Eugenio Borella, segretario responsabile delle Politiche Industriali della Camera del Lavoro di Bergamo, hanno detto che “i dati su cui si basa la nostra riflessione riguardano le società delle province di Bergamo e Brescia con un fatturato superiore ai 10 milioni di euro. Se nel 2007 a Bergamo esistevano 680 imprese di questo genere, nel 2014 erano scese a 579, segnando una diminuzione del 14,9%. A Brescia il calo è stato pressoché identico: da 762 a 649. L’anno più critico per entrambe i territori è stato il 2009”. “A Bergamo la crisi occupazionale è stata più dura in questo tipo di aziende. Se nel 2007 in queste realtà lavoravano 137.480 persone, nel 2014 il dato è stato di 111.351, cioè -17,2%” ha continuato Bresciani. “A Brescia, invece, da 73.562 lavoratori si è saliti a 73.928”. A proposito di fatturato, il settore manifatturiero bergamasco ha assistito a un calo del 18% (da 41,4 miliardi a 34 miliardi – sottolineiamo che il dato riguarda, come tutti i dati qui riportati, le aziende con un fatturato superiore ai 10 milioni di euro), mentre per Brescia il calo è stato dell’8% (da 33 miliardi a 30,9). “Sia chiaro a tutti – a noi e alle imprese, ma anche alla politica – che l’industria è il core business di questi due territori: è qui che occorre investire, è qui che si deve tentare di costituire una Silicon Valley del manifatturiero”.