Milano – “Innovazione, valutazione ed efficacia sono le tre parole chiave che guidano le nostre politiche del lavoro. Regione Lombardia ha anticipato, a livello nazionale, molte politiche per far crescere la partecipazione al mercato del lavoro che in Europa sono gia’ affermate ed hanno successo. Mi riferisco ad esempio a quelle che riguardano il Sistema duale, da sempre favorito dalla Germania, caratterizzato da un tipo di formazione ‘on the job’, diversa da quella classica o alle leggi per rafforzare il rapporto tra mondo delle imprese e mondo della formazione emanate dalla Spagna, in particolare dalla Catalogna”. Lo ha detto l’assessore all’istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Valentina Aprea nell’ambito del seminario ‘Dalla formazione al lavoro: un confronto tra i quattro motori d’Europa’, organizzato questa mattina, a Milano, da Assolombarda. In tema di confronto con le politiche messe in campo all’estero ha specificato che “i programmi che abbiamo considerato condividono con i nostri un livello di servizio maggiore per le persone piu’ deboli e il pagamenti dei risultati per contratti di almeno sei mesi . La tabella dei risultati, presi in periodi successivi all’inizio della crisi economica globale vedono tassi di successo per contratti uguali o superiori a 6 mesi prossimi al 30%. Una misura di supporto personalizzato alla ricerca del lavoro che collochi circa il 30% delle persone prese in carico puo’ considerarsi al livello dei migliori standard internazionali. Far crescere la partecipazione al mercato del lavoro e’ uno degli obiettivi delle politiche attive. Ma la partecipazione non cresce se i programmi di politica attiva sono inutili e non trovano lavoro alle persone”. “Noi, infatti, – ha sottolineato l’assessore – non pensiamo che vivere di sussidi sia una valida opzione per una persona che risiede in Lombardia. Per questo abbiamo preso come esempio per sviluppare Dote Unica Lavoro e per comparare i suoi risultati i programmi di reimpiego, le politiche attive sviluppate in Australia prima e nel Regno Unito poi. Abbiamo guardato a quei Paesi dove i valori della partecipazione sociale, della competizione fra operatori e della personalizzazione dei servizi hanno trovato una attuazione piu’ chiara ed efficace”.